«Cari i miei due minchioni, cara sederona e caro pinocchietto, esordisco dicendo che sono molto contento di essere qui a Bruxelles, famosa per i suoi cavolini, gli stessi che non vi fate voi due. Abbiamo accolto le vostre raccomandazioni con le quali io giornalmente mi detergo il sedere e ne provo sollievo. In quanto alle misure per la crescita, pensiamo che la Francia e la Germania potrebbero darci un grosso aiuto se si facessero una bella padellata di cazzi propri.
Voi francesi ad esempio, prima di plissettare la minchia a noi, sarebbe meglio che finiste la Torre Eiffel, che sono due secoli che ci stanno solo queste quattro lamiere arrugginite.
Caro Nicolas, so che ti sembra che non cresciamo abbastanza ma, amore mio, neppure tu sei cresciuto poi così tanto. Ti puzzano le scarpe di shampoo, lo sai, vero?
Ricordo poi alla signora Merkel, che giustamente ci sprona ad essere chiari nei nostri intenti, che la Germania prima l’avete unita, poi l’avete divisa, e poi di nuovo unita. Quindi non ci rompessero tanto i maroni a noi.
In sintesi, non ho alcuna intenzione di fare le riforme. Tanto a me che me ne frega, io vado ad Antigua a fare il Bunga Bunga con un paio di amiche di Lavitola.»
Post scriptum per Sarkozy: «A proposito, Sarkò, sai mica se il figlio di Carlà è mio o di Putin?»
Firmato: Il figo padano dal lungo banano
meravigliosa grande
RispondiEliminahihihihihihiiiiiiii!
RispondiElimina