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dopo che edicola virtuale e la giornalaia hanno chiuso, il link di sopra è da segnalare come attivo
lunedì 28 febbraio 2011
domenica 27 febbraio 2011
CapaRezza > Il Sogno Eretico (2011) > Goodbye Malinconia (testo)
A Malincònia tutti nell’angolo, tutti che piangono
toccano il fondo come l’Andrea Doria
Chi lavora non tiene dimora, tutti in mutande, non quelle di Borat
La gente è sola, beve poi soffoca come John Bonham
La giunta è sorda più di Beethoven quando compone la “nona”
E pensare che per Dante questo era il “bel paese là dove ‘l sì sona”
Per pagare le spese bastava un diploma, non fare la star o l’icona
né buttarsi in politica con i curricula presi da Staller Ilona
Nemmeno il caffè sa più di caffè, ma sa di caffè di Sindona
E poi se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
E poi se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato d’animo
Cervelli in fuga, capitali in fuga, migranti in fuga dal bagnasciuga
È Malincònia, terra di santi subito e sanguisuga
Il Paese del sole, in pratica oggi Paese dei raggi UVA
Non è l’impressione, la situazione è più grave di un basso tuba
E chi vuole rimanere, ma come fa?! Ha le mani legate come Andromeda!
Qua ogni rapporto si complica come quello di Washington con Teheran
Si peggiora con l’età, ti viene il broncio da Gary Coleman
Metti nella valigia la collera e scappa da Malincònia
Tanto se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Da qua se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Maybe tomorrow, I hope we find tomorrow
Goodbye Malincònia
Hope did we get here, how did it get this far
Goodbye Malincònia
We had it all, fools we let it slip away
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato d’animo
Every step was out of place
and in this world we fell from grace
Looking back we lost our way
an innocent time we all betrayed
And in time can we all learn,
not to crawl away and burn
Stand up and don’t fall down
Be a king for a day,
in man we all pray!
Uuh, we all pray!
A Malincònia tutti nell’angolo, tutti che piangono
toccano il fondo come l’Andrea Doria
Chi lavora non tiene dimora, tutti in mutande, non quelle di Borat
La gente è sola, beve poi soffoca come John Bonham
La giunta è sorda più di Beethoven quando compone la “nona”
E pensare che per Dante questo era il “bel paese là dove ‘l sì sona”
Per pagare le spese bastava un diploma, non fare la star o l’icona
né buttarsi in politica con i curricula presi da Staller Ilona
Nemmeno il caffè sa più di caffè, ma sa di caffè di Sindona
E poi se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
E poi se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato d’animo
Cervelli in fuga, capitali in fuga, migranti in fuga dal bagnasciuga
È Malincònia, terra di santi subito e sanguisuga
Il Paese del sole, in pratica oggi Paese dei raggi UVA
Non è l’impressione, la situazione è più grave di un basso tuba
E chi vuole rimanere, ma come fa?! Ha le mani legate come Andromeda!
Qua ogni rapporto si complica come quello di Washington con Teheran
Si peggiora con l’età, ti viene il broncio da Gary Coleman
Metti nella valigia la collera e scappa da Malincònia
Tanto se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Da qua se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Maybe tomorrow, I hope we find tomorrow
Goodbye Malincònia
Hope did we get here, how did it get this far
Goodbye Malincònia
We had it all, fools we let it slip away
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato d’animo
Every step was out of place
and in this world we fell from grace
Looking back we lost our way
an innocent time we all betrayed
And in time can we all learn,
not to crawl away and burn
Stand up and don’t fall down
Be a king for a day,
in man we all pray!
Uuh, we all pray!
toccano il fondo come l’Andrea Doria
Chi lavora non tiene dimora, tutti in mutande, non quelle di Borat
La gente è sola, beve poi soffoca come John Bonham
La giunta è sorda più di Beethoven quando compone la “nona”
E pensare che per Dante questo era il “bel paese là dove ‘l sì sona”
Per pagare le spese bastava un diploma, non fare la star o l’icona
né buttarsi in politica con i curricula presi da Staller Ilona
Nemmeno il caffè sa più di caffè, ma sa di caffè di Sindona
E poi se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
E poi se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato d’animo
Cervelli in fuga, capitali in fuga, migranti in fuga dal bagnasciuga
È Malincònia, terra di santi subito e sanguisuga
Il Paese del sole, in pratica oggi Paese dei raggi UVA
Non è l’impressione, la situazione è più grave di un basso tuba
E chi vuole rimanere, ma come fa?! Ha le mani legate come Andromeda!
Qua ogni rapporto si complica come quello di Washington con Teheran
Si peggiora con l’età, ti viene il broncio da Gary Coleman
Metti nella valigia la collera e scappa da Malincònia
Tanto se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Da qua se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Maybe tomorrow, I hope we find tomorrow
Goodbye Malincònia
Hope did we get here, how did it get this far
Goodbye Malincònia
We had it all, fools we let it slip away
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato d’animo
Every step was out of place
and in this world we fell from grace
Looking back we lost our way
an innocent time we all betrayed
And in time can we all learn,
not to crawl away and burn
Stand up and don’t fall down
Be a king for a day,
in man we all pray!
Uuh, we all pray!
A Malincònia tutti nell’angolo, tutti che piangono
toccano il fondo come l’Andrea Doria
Chi lavora non tiene dimora, tutti in mutande, non quelle di Borat
La gente è sola, beve poi soffoca come John Bonham
La giunta è sorda più di Beethoven quando compone la “nona”
E pensare che per Dante questo era il “bel paese là dove ‘l sì sona”
Per pagare le spese bastava un diploma, non fare la star o l’icona
né buttarsi in politica con i curricula presi da Staller Ilona
Nemmeno il caffè sa più di caffè, ma sa di caffè di Sindona
E poi se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
E poi se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato d’animo
Cervelli in fuga, capitali in fuga, migranti in fuga dal bagnasciuga
È Malincònia, terra di santi subito e sanguisuga
Il Paese del sole, in pratica oggi Paese dei raggi UVA
Non è l’impressione, la situazione è più grave di un basso tuba
E chi vuole rimanere, ma come fa?! Ha le mani legate come Andromeda!
Qua ogni rapporto si complica come quello di Washington con Teheran
Si peggiora con l’età, ti viene il broncio da Gary Coleman
Metti nella valigia la collera e scappa da Malincònia
Tanto se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Da qua se ne vanno tutti! Da qua se ne vanno tutti!
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti!
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato
Goodbye Malincònia
Maybe tomorrow, I hope we find tomorrow
Goodbye Malincònia
Hope did we get here, how did it get this far
Goodbye Malincònia
We had it all, fools we let it slip away
Goodbye Malincònia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato d’animo
Every step was out of place
and in this world we fell from grace
Looking back we lost our way
an innocent time we all betrayed
And in time can we all learn,
not to crawl away and burn
Stand up and don’t fall down
Be a king for a day,
in man we all pray!
Uuh, we all pray!
sabato 26 febbraio 2011
Il fatto sul Re
Dopo 33 anni Vittorio Emanuele di Savoia ammette di aver ucciso Dirk Hamer, sparandogli col suo fucile nella notte sull’isola di Cavallo, in Corsica. C’è un video, che il Fatto Quotidiano ha potuto visionare e che pubblichiamo sul nostro sito web, in cui il principe si vanta dell’omicidio e di essere riuscito a farla franca nel processo-farsa in Francia.
“Avevo una batteria di avvocati”
Carcere di Potenza, 2006: Vittorio Emanuele è nella cella dov’è detenuto per l’inchiesta su Vallettopoli. Indossa una maglietta bianca con la scritta Nissan sulla schiena. Passeggia tra i letti a castello del penitenziario. E commenta le notizie del telegiornale – che parlano di lui – con i suoi compagni di prigione. È divertito, allegro. I coindagati Rocco Migliardi, Gian Nicolino Narducci e Ugo Bonazza, reclusi con lui, lo incitano: “Lei è già fuori!”. L’”erede al trono” cede alla tentazione dell’autocompiacimento, non è la prima volta che se la cava con poco: “Nel mio processo a Parigi…”.
Inizia così la confessione che ilfattoquotidiano.it è in grado di mostrarvi: a immortalarla non c’erano soltanto le cimici, come si pensava, ma anche una microcamera nascosta. È un filmato inequivocabile, che rievoca la notte tra il 17 e il 18 agosto 1978: un ragazzo tedesco di 19 anni, Dirk Hamer, viene raggiunto da due colpi di fucile alla gamba destra. Muore dopo 111 giorni, 19 operazioni e l’amputazione dell’arto. Un solo imputato: Vittorio Emanuele, che nega qualsiasi responsabilità. Alla fine la giuria francese lo dichiara innocente, dopo un processo durato appena tre giorni.
Quando nel 2006 i giornali pubblicano stralci dell’intercettazione ambientale in cui si vanta di aver “fregato” i giudici francesi e ricostruisce la traiettoria delle sue fucilate, Vittorio Emanuele convoca una conferenza stampa, nell’evocativa saletta dell’hotel Principe di Savoia a Milano. Accompagnato dai legali e dal figlio Emanuele Filiberto, sminuisce le sue esternazioni su Dirk Hamer e dice che sono state falsificate: “Queste notizie sono talvolta manipolate o non sono vere. Ma ora è il momento di parlare, di far emergere la verità”. E la sua verità è questa: “Due tribunali francesi si sono pronunciati prosciogliendomi da ogni responsabilità. Lo hanno fatto perché ci sono prove chiare. La pallottola che ha colpito il ragazzo non poteva essere del mio fucile. Qualcuno ha sparato con una pistola a quel povero ragazzo, ecco la verità”.
Dichiarazioni che ora vengono clamorosamente neutralizzate dalle testuali parole che lui stesso ha pronunciato in carcere, ignaro della microcamera che registrava: “Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era (parola incomprensibile, ndr) steso, passando attraverso la carlinga”. Spiega il tipo di proiettile: “Pallottola trenta zero tre”.
Il principe ammette quindi di aver colpito Dirk e si vanta di aver gabbato il Tribunale parigino che l’ha assolto, grazie alla sua “batteria di avvocati”. Rievoca “il processo, anche se io avevo torto … torto…”. E aggiunge: “Devo dire che li ho fregati… Il Procuratore aveva chiesto 5 anni e 6 mesi. Ero sicuro di vincere. Ero più che sicuro”. Infatti “mi hanno dato sei mesi con la condizionale: sei mesi, c’era un’amnistia, non l’hanno neanche scritto! Sono uscito!”. Scoppia a ridere, senza trattenere la soddisfazione.
La ricerca del filmato
Per Birgit Hamer, la sorella di Dirk, che nel 2006 legge queste intercettazioni ambientali sui giornali, diventa fondamentale capire se davvero, come sostiene Savoia nella conferenza stampa, le trascrizioni sono state manipolate o meno. Perché se fossero autentiche e testuali metterebbero – spiega lei – “la parola fine su questa storia: sarebbe impossibile negare che, a prescindere dalle sentenze, Savoia sia il vero e unico responsabile della morte di mio fratello”.
Ma la signora Hamer, che a 20 anni rinunciò a una carriera di top model e attrice per dedicare la sua vita a dare giustizia al fratello in tribunale e poi a confutare la sentenza, vive da dieci anni in Spagna con le figlie, Sigrid e Delia. Non ha più contatti diretti con i giornalisti, non sa a chi rivolgersi. Comincia a scrivere e a telefonare a tutte le persone coinvolte nel processo Vallettopoli che ha portato Savoia in carcere (verrà poi prosciolto). Scopre così che agli atti dell’inchiesta è depositata non solo la trascrizione delle frasi, ma anche la videoregistrazione del colloquio fra il principe e i compagni di cella. “Cosa c’è di più inequivocabile di un filmato, per capire come stanno le cose?”, domanda la Hamer parlando con il Fatto. Il tempo passa. Vittorio Emanuele viene prosciolto dal gip di Potenza (come spiega qui sotto Gianni Barbacetto). Solo a questo punto Birgit può fare istanza al Tribunale per ottenere copia della registrazione. Trova un avvocato nel capoluogo lucano che la rappresenti. Ma aspetta quasi un anno senza avere risposte.
Poi scopre che parte del processo è stata trasferita alla Procura di Roma. Qui si rivolge a un altro legale che inoltra una seconda istanza ben motivata: “La signora Hamer ha il diritto costituzionalmente garantito alla verità sulla morte del fratello”. Trascorre qualche altro mese (pare che la registrazione sia andata perduta), poi finalmente l’avvocato chiama: il filmato è stato recuperato, può passare a ritirarlo.
Quando Birgit vede il video, è la prima volta che ascolta la voce di Vittorio Emanuele dai tempi del processo a Parigi. Le bastano pochi minuti per rendersi conto che non ci sono manipolazioni. Sono molte le parole incomprensibili e il principe, mentre racconta la notte in cui Dirk viene ferito a morte, è di spalle. Ma, ciò nonostante, risultano evidenti sia il contesto sia l’ammissione di colpa, che nelle intenzioni di Savoia è un vanto. Le frasi più gravi si sentono nitidamente, e con queste anche le risate e le battute, tutte pronunciate col timbro di voce inconfondibile dell’erede di Casa Savoia. La Hamer piange, ma è felice come non lo era mai stata negli ultimi trent’anni: “Guardare quel video è orrendo, ma dà anche un grandissimo sollievo. Ora quel signore non potrà mai più sostenere che non ha sparato a mio fratello: ho vinto la mia battaglia, anzi quella di Dirk”.
da Il Fatto Quotidiano del 24 febbraio 2011
“Avevo una batteria di avvocati”
Carcere di Potenza, 2006: Vittorio Emanuele è nella cella dov’è detenuto per l’inchiesta su Vallettopoli. Indossa una maglietta bianca con la scritta Nissan sulla schiena. Passeggia tra i letti a castello del penitenziario. E commenta le notizie del telegiornale – che parlano di lui – con i suoi compagni di prigione. È divertito, allegro. I coindagati Rocco Migliardi, Gian Nicolino Narducci e Ugo Bonazza, reclusi con lui, lo incitano: “Lei è già fuori!”. L’”erede al trono” cede alla tentazione dell’autocompiacimento, non è la prima volta che se la cava con poco: “Nel mio processo a Parigi…”.
Inizia così la confessione che ilfattoquotidiano.it è in grado di mostrarvi: a immortalarla non c’erano soltanto le cimici, come si pensava, ma anche una microcamera nascosta. È un filmato inequivocabile, che rievoca la notte tra il 17 e il 18 agosto 1978: un ragazzo tedesco di 19 anni, Dirk Hamer, viene raggiunto da due colpi di fucile alla gamba destra. Muore dopo 111 giorni, 19 operazioni e l’amputazione dell’arto. Un solo imputato: Vittorio Emanuele, che nega qualsiasi responsabilità. Alla fine la giuria francese lo dichiara innocente, dopo un processo durato appena tre giorni.
Quando nel 2006 i giornali pubblicano stralci dell’intercettazione ambientale in cui si vanta di aver “fregato” i giudici francesi e ricostruisce la traiettoria delle sue fucilate, Vittorio Emanuele convoca una conferenza stampa, nell’evocativa saletta dell’hotel Principe di Savoia a Milano. Accompagnato dai legali e dal figlio Emanuele Filiberto, sminuisce le sue esternazioni su Dirk Hamer e dice che sono state falsificate: “Queste notizie sono talvolta manipolate o non sono vere. Ma ora è il momento di parlare, di far emergere la verità”. E la sua verità è questa: “Due tribunali francesi si sono pronunciati prosciogliendomi da ogni responsabilità. Lo hanno fatto perché ci sono prove chiare. La pallottola che ha colpito il ragazzo non poteva essere del mio fucile. Qualcuno ha sparato con una pistola a quel povero ragazzo, ecco la verità”.
Dichiarazioni che ora vengono clamorosamente neutralizzate dalle testuali parole che lui stesso ha pronunciato in carcere, ignaro della microcamera che registrava: “Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era (parola incomprensibile, ndr) steso, passando attraverso la carlinga”. Spiega il tipo di proiettile: “Pallottola trenta zero tre”.
Il principe ammette quindi di aver colpito Dirk e si vanta di aver gabbato il Tribunale parigino che l’ha assolto, grazie alla sua “batteria di avvocati”. Rievoca “il processo, anche se io avevo torto … torto…”. E aggiunge: “Devo dire che li ho fregati… Il Procuratore aveva chiesto 5 anni e 6 mesi. Ero sicuro di vincere. Ero più che sicuro”. Infatti “mi hanno dato sei mesi con la condizionale: sei mesi, c’era un’amnistia, non l’hanno neanche scritto! Sono uscito!”. Scoppia a ridere, senza trattenere la soddisfazione.
La ricerca del filmato
Per Birgit Hamer, la sorella di Dirk, che nel 2006 legge queste intercettazioni ambientali sui giornali, diventa fondamentale capire se davvero, come sostiene Savoia nella conferenza stampa, le trascrizioni sono state manipolate o meno. Perché se fossero autentiche e testuali metterebbero – spiega lei – “la parola fine su questa storia: sarebbe impossibile negare che, a prescindere dalle sentenze, Savoia sia il vero e unico responsabile della morte di mio fratello”.
Ma la signora Hamer, che a 20 anni rinunciò a una carriera di top model e attrice per dedicare la sua vita a dare giustizia al fratello in tribunale e poi a confutare la sentenza, vive da dieci anni in Spagna con le figlie, Sigrid e Delia. Non ha più contatti diretti con i giornalisti, non sa a chi rivolgersi. Comincia a scrivere e a telefonare a tutte le persone coinvolte nel processo Vallettopoli che ha portato Savoia in carcere (verrà poi prosciolto). Scopre così che agli atti dell’inchiesta è depositata non solo la trascrizione delle frasi, ma anche la videoregistrazione del colloquio fra il principe e i compagni di cella. “Cosa c’è di più inequivocabile di un filmato, per capire come stanno le cose?”, domanda la Hamer parlando con il Fatto. Il tempo passa. Vittorio Emanuele viene prosciolto dal gip di Potenza (come spiega qui sotto Gianni Barbacetto). Solo a questo punto Birgit può fare istanza al Tribunale per ottenere copia della registrazione. Trova un avvocato nel capoluogo lucano che la rappresenti. Ma aspetta quasi un anno senza avere risposte.
Poi scopre che parte del processo è stata trasferita alla Procura di Roma. Qui si rivolge a un altro legale che inoltra una seconda istanza ben motivata: “La signora Hamer ha il diritto costituzionalmente garantito alla verità sulla morte del fratello”. Trascorre qualche altro mese (pare che la registrazione sia andata perduta), poi finalmente l’avvocato chiama: il filmato è stato recuperato, può passare a ritirarlo.
Quando Birgit vede il video, è la prima volta che ascolta la voce di Vittorio Emanuele dai tempi del processo a Parigi. Le bastano pochi minuti per rendersi conto che non ci sono manipolazioni. Sono molte le parole incomprensibili e il principe, mentre racconta la notte in cui Dirk viene ferito a morte, è di spalle. Ma, ciò nonostante, risultano evidenti sia il contesto sia l’ammissione di colpa, che nelle intenzioni di Savoia è un vanto. Le frasi più gravi si sentono nitidamente, e con queste anche le risate e le battute, tutte pronunciate col timbro di voce inconfondibile dell’erede di Casa Savoia. La Hamer piange, ma è felice come non lo era mai stata negli ultimi trent’anni: “Guardare quel video è orrendo, ma dà anche un grandissimo sollievo. Ora quel signore non potrà mai più sostenere che non ha sparato a mio fratello: ho vinto la mia battaglia, anzi quella di Dirk”.
da Il Fatto Quotidiano del 24 febbraio 2011
venerdì 25 febbraio 2011
Crolla la balaustra
Hamsik esulta con i tifosi. Ma crolla la balaustra...per fortuna le condizioni dei feriti non destano preoccupazione.
VILAREAL (SPAGNA)
La stavo vedendo con cucciola e mogliaideale a tavolo...woow che strizza!
VILAREAL (SPAGNA)
La stavo vedendo con cucciola e mogliaideale a tavolo...woow che strizza!
giovedì 24 febbraio 2011
Vieni a vivere a Napoli - Le Strisce - Testo
Non riesco a capire come mai questa canzone è stata eliminata e non ha partecipato a Sanremo 2011.
Bel testo, musica pop rock modern(o).
vieni a vivere a napoli, vieni a vedere la città dei miracoli
ti leggo in faccia tutto quello che gia’ pensavi
non crederai davvero ai telegiornali
vieni a vivere a napoli,potremo farci rapinare nei vicoli
ti porto fuori a cena tra la diossina e il mare
non crederai all’opinione generale
vieni a vivere a napoli, tra mille occhi nascosti
e a volte sono i nostri
e nuovi centri commerciali, strade piene di luce e pazzi normali
sai che la notte non passa a napoli?
sai che la gente non parla a napoli?
e non si innamora nessuno,
nessuno
o quasi lo giuro
sai che succede a fidarsi a napoli?
sai che ho giurato di amarti a napoli
e non sopravvive nessuno,
nessuno
vieni a vivere a napoli, dove i ragazzi sono ancora romantici
e se va male è sempre e solo colpa del destino
non crederai a quello che si dice in giro
vieni a vivere a napoli, vieni a scoprire che non ci sono limiti
dove il futuro è chiuso in una raccomandazione
non credere alle voci sulla tradizione,
che ne sanno
vieni a vivere a napoli, tra mille occhi nascosti
e a volte sono i nostri
e nuovi centri commerciali, strade piene di luce e pazzi normali
sai che la notte non passa a napoli?
sai che la gente non parla a napoli?
e non si innamora nessuno, nessuno
o quasi lo giuro
sai che succede a fidarsi a napoli?
sai che ho giurato di amarti a napoli
e non sopravvive nessuno,
nessuno
e non importa quello che è stato, dimentichiamo il passato
che tanto è inosservato
come a una festa, come in un viaggio
vieni a vedere la città
perché a restare ci vuole coraggio
sai che la notte non passa a napoli?
sai che la gente non parla a napoli?
e non si innamora nessuno
sai che succede a fidarsi a napoli?
sai che ho giurato di amarti a napoli?
come a una festa, come in un viaggio
vieni a vedere la città
perché a restare ci vuole coraggio
Bel testo, musica pop rock modern(o).
vieni a vivere a napoli, vieni a vedere la città dei miracoli
ti leggo in faccia tutto quello che gia’ pensavi
non crederai davvero ai telegiornali
vieni a vivere a napoli,potremo farci rapinare nei vicoli
ti porto fuori a cena tra la diossina e il mare
non crederai all’opinione generale
vieni a vivere a napoli, tra mille occhi nascosti
e a volte sono i nostri
e nuovi centri commerciali, strade piene di luce e pazzi normali
sai che la notte non passa a napoli?
sai che la gente non parla a napoli?
e non si innamora nessuno,
nessuno
o quasi lo giuro
sai che succede a fidarsi a napoli?
sai che ho giurato di amarti a napoli
e non sopravvive nessuno,
nessuno
vieni a vivere a napoli, dove i ragazzi sono ancora romantici
e se va male è sempre e solo colpa del destino
non crederai a quello che si dice in giro
vieni a vivere a napoli, vieni a scoprire che non ci sono limiti
dove il futuro è chiuso in una raccomandazione
non credere alle voci sulla tradizione,
che ne sanno
vieni a vivere a napoli, tra mille occhi nascosti
e a volte sono i nostri
e nuovi centri commerciali, strade piene di luce e pazzi normali
sai che la notte non passa a napoli?
sai che la gente non parla a napoli?
e non si innamora nessuno, nessuno
o quasi lo giuro
sai che succede a fidarsi a napoli?
sai che ho giurato di amarti a napoli
e non sopravvive nessuno,
nessuno
e non importa quello che è stato, dimentichiamo il passato
che tanto è inosservato
come a una festa, come in un viaggio
vieni a vedere la città
perché a restare ci vuole coraggio
sai che la notte non passa a napoli?
sai che la gente non parla a napoli?
e non si innamora nessuno
sai che succede a fidarsi a napoli?
sai che ho giurato di amarti a napoli?
come a una festa, come in un viaggio
vieni a vedere la città
perché a restare ci vuole coraggio
mercoledì 23 febbraio 2011
Gabriele "Guidobaldo dei" Baldoni
Autore televisivo, cinematografico e teatrale. Per gli spettacoli teatrali, che interpreta spesso in prima persona, predilige tematiche reali e sociali che mettano in risalto la storia e le tradizioni popolari. Collabora spesso con scuole e istituzioni. L'ultimo lavoro, su incarico dell’Istituto “E. Renzi” di Bologna è stato un musical (“Fermati o terra! - Il musical di Galileo”), interpretato, ballato e cantato da 160 tra bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni.
Nel 2003 Partecipa alla fase finale dello Zecchino d’Oro come autore del testo della canzone “La guerra dei mutandoni”. Nel 2000 è Coautore del programma RAI “Un uomo solo al comando” condotto da Paolo Brosio e in onda ogni sera alle ore 20.15 dal 13 Maggio al 4 Giugno 2000 su RAI TRE nazionale.
Nel 1998 fonda, a Bologna e insieme a Claudia Rota, insegnante e coreografa, la scuola di Danza “il Laboratorio” ristrutturando i locali i modo da poter programmare, oltre ai normali corsi di danza classica, contemporanea, jazz, ecc., anche spettacoli di danza, musica, teatro e cabaret.
“Da sempre” scrive, per altri e per sè, testi per canzoni, spettacoli di cabaret o danza. Per anni è stato autore e cabarettista in numerosissime trasmissioni televisive in onda su svariate emittenti televisive collezionando più di mille ore di diretta. Alcuni suoi personaggi come Andrej Perboski, Maurice Defebre, Rocco Marocco, Heriberta Unavuelta, Mogol Battisti , l'Imitatore, rimangono piccoli cult tra gli appassionati del cabaret.
Veniamo alla canzone "che piace a Papà". Anche il mondo dei bambini deve essere abituato ad considerare la guerra una follia terrificante, quindi ben venga questa canzone. Il testo sembra fatto di parole apparentemente semplici e "giocose". I concetti però sono chiarissimi.
1-La guerra non è nè bella nè eroica: è sempre una tragedia.
2-Spesso è fatta per motivi stupidi che sevono gli interessi di pochi.
3-Chi la vuole non la combatte di persona, manda gli altri al macello.
Guidobaldo dei Baldoni,
il marchese di Belmonte,
è arrabbiato col visconte
Passepartout de Champignon.
I suoi panni ad asciugare
gli nascondono il tramonto.
"Non sopporto questo affronto"
il marchese manda a dir.
Ma il visconte gli risponde
"Stenderò quando mi pare,
se il tramonto vuoi guardare
sulla torre puoi andar!"
Nessun cede e allora è guerra,
son gli eserciti schierati,
ma ad un tratto fra i soldati
una voce salta su:
Eh no, eh no! La guerra proprio no!
Tutti alla fine perdono.
Tutti alla fine piangono.
Eh no, eh no, la guerra proprio no!
Bisogna che nel mondo si impari a dire no!
"Mentre noi ci busseremo
con i pugni e gli spintoni
lui non sposta i mutandoni,
l'altro non fa un passo in più.
Ed allora ogni soldato
giocherà a rubabandiera
così ognuno questa sera
dai suoi cari tornerà!"
Il marchese è quà stupito,
stupefatto è là il visconte:
nella piana di Belmonte
la battaglia non si fa!
Danno ordini arrabbiati
con tamburi e con fanfare,
ma son tutti lì a giocare:
la battaglia non si fa!
Eh no, eh no! La guerra proprio no!
Tutti alla fine perdono.
Tutti alla fine piangono.
Eh no, eh no, la guerra proprio no!
Bisogna che nel mondo si impari a dire no!
Nel 2003 Partecipa alla fase finale dello Zecchino d’Oro come autore del testo della canzone “La guerra dei mutandoni”. Nel 2000 è Coautore del programma RAI “Un uomo solo al comando” condotto da Paolo Brosio e in onda ogni sera alle ore 20.15 dal 13 Maggio al 4 Giugno 2000 su RAI TRE nazionale.
Nel 1998 fonda, a Bologna e insieme a Claudia Rota, insegnante e coreografa, la scuola di Danza “il Laboratorio” ristrutturando i locali i modo da poter programmare, oltre ai normali corsi di danza classica, contemporanea, jazz, ecc., anche spettacoli di danza, musica, teatro e cabaret.
“Da sempre” scrive, per altri e per sè, testi per canzoni, spettacoli di cabaret o danza. Per anni è stato autore e cabarettista in numerosissime trasmissioni televisive in onda su svariate emittenti televisive collezionando più di mille ore di diretta. Alcuni suoi personaggi come Andrej Perboski, Maurice Defebre, Rocco Marocco, Heriberta Unavuelta, Mogol Battisti , l'Imitatore, rimangono piccoli cult tra gli appassionati del cabaret.
Veniamo alla canzone "che piace a Papà". Anche il mondo dei bambini deve essere abituato ad considerare la guerra una follia terrificante, quindi ben venga questa canzone. Il testo sembra fatto di parole apparentemente semplici e "giocose". I concetti però sono chiarissimi.
1-La guerra non è nè bella nè eroica: è sempre una tragedia.
2-Spesso è fatta per motivi stupidi che sevono gli interessi di pochi.
3-Chi la vuole non la combatte di persona, manda gli altri al macello.
Guidobaldo dei Baldoni,
il marchese di Belmonte,
è arrabbiato col visconte
Passepartout de Champignon.
I suoi panni ad asciugare
gli nascondono il tramonto.
"Non sopporto questo affronto"
il marchese manda a dir.
Ma il visconte gli risponde
"Stenderò quando mi pare,
se il tramonto vuoi guardare
sulla torre puoi andar!"
Nessun cede e allora è guerra,
son gli eserciti schierati,
ma ad un tratto fra i soldati
una voce salta su:
Eh no, eh no! La guerra proprio no!
Tutti alla fine perdono.
Tutti alla fine piangono.
Eh no, eh no, la guerra proprio no!
Bisogna che nel mondo si impari a dire no!
"Mentre noi ci busseremo
con i pugni e gli spintoni
lui non sposta i mutandoni,
l'altro non fa un passo in più.
Ed allora ogni soldato
giocherà a rubabandiera
così ognuno questa sera
dai suoi cari tornerà!"
Il marchese è quà stupito,
stupefatto è là il visconte:
nella piana di Belmonte
la battaglia non si fa!
Danno ordini arrabbiati
con tamburi e con fanfare,
ma son tutti lì a giocare:
la battaglia non si fa!
Eh no, eh no! La guerra proprio no!
Tutti alla fine perdono.
Tutti alla fine piangono.
Eh no, eh no, la guerra proprio no!
Bisogna che nel mondo si impari a dire no!
martedì 22 febbraio 2011
Persone di google news
Cosimo Cosma e Carmine Misseri forse sono implicati nel caso Sarah Scazzi, avrebbero aiutato Michele Misseri. Nina Moric è all'isola dei famosi mentre continua ancora il Grande Fratello. Casey Stoner domina le prove del motomondiale , invece Vincenzo Montella vince la sua prima gara con la Roma, senza schiaffetto da parte di Totti come pronostricato da DoppiaEsse. Il concerto di Mariano Apicella, menestrello di Silvio Berlusconi, è stato annullato per un clamoroso flop al botteghino. Un solo biglietto venduto. I nuovi MacBook Pro sono ora disponibili sull'Apple Store, e forse saranno l'ultima novità non postuma di Steve Jobs.
lunedì 21 febbraio 2011
Ivan Reitman e Ghostbusters 3
Ivan Reitman, regista dei due Ghostbusters, durante il press-tour inglese di Amici, Amanti e...ha rilasciato una dichiarazione piena di speranza per tutti i fan di Ghostbusters: Bill Murray avrebbe finalmente letto lo script del film. L'attore, ospite del The Howard Stern Show ha però smentito tutto. Murray conferma di non avere letto la sceneggiatura e, anzi, di avere dei pessimi presentimenti su di essa, ed ha specificato che la sua scarsa propensione a fare sequel è causata proprio da Ghostbusters 2 (curioso che però non abbia menzionato il seguito di Garfield....). La prospettiva di un terzo Ghostbusters non rientra appieno nei suoi orizzonti considerato che, a suo dire, Sony è intenzionata a produrre il film solo per rilanciare il franchise. Ecco quanto dichiarato da Bill Murray.
"Fino a poco fa ero una risorsa, ma adesso sono diventato il problema. C'è uno script da qualche parte sopra la mia scrivania, ma ancora non l'ho letto. Ho fatto solo un sequel nella mia carriera, Ghostbuster 2 appunto che non si è rivelato quello che prometteva di essere.Circa 5 anni dopo il primo film, quegli agenti furbacchioni ci avevano riunito tutti e quattro in una stanza e quando io, Danny (Aykroyd), Harold (Ramis) e Ivan siamo insieme ci divertiamo un sacco. Avevamo questa bozza e Danny e Harold avevano elaborato queste idee...era una storia valida [....] Tutta questa faccenda di Ghostbuster 3 è una questione di affari. Il film è ancora molto popolare fra i ragazzini e vogliono continuare a vendere giocattoli. Attualmente però, Ghostbusters 3 non è la mia priorità".
"Fino a poco fa ero una risorsa, ma adesso sono diventato il problema. C'è uno script da qualche parte sopra la mia scrivania, ma ancora non l'ho letto. Ho fatto solo un sequel nella mia carriera, Ghostbuster 2 appunto che non si è rivelato quello che prometteva di essere.Circa 5 anni dopo il primo film, quegli agenti furbacchioni ci avevano riunito tutti e quattro in una stanza e quando io, Danny (Aykroyd), Harold (Ramis) e Ivan siamo insieme ci divertiamo un sacco. Avevamo questa bozza e Danny e Harold avevano elaborato queste idee...era una storia valida [....] Tutta questa faccenda di Ghostbuster 3 è una questione di affari. Il film è ancora molto popolare fra i ragazzini e vogliono continuare a vendere giocattoli. Attualmente però, Ghostbusters 3 non è la mia priorità".
domenica 20 febbraio 2011
SANREMO 2011 - Post Show
Interrompo da Sanremo: a dieci minuti dalla fine, Luca Bizzarri (di Luca & Paolo) sbotta. "Basta con 'sto bipartisan. Possibile che in questo paese uno non possa dire quello che pensa, che deve dire o di qua o di là; io penso ai cazzi miei, basta!" per poi aggiungere, quando Paolo lo abbraccia quasi commosso dallo sfogo dell'amico un labiale chiaro: "e che minchia!".
Sì, perché dopo giorni di polemiche, bilanciamenti chiesti dalla dirigenza Rai, quando anche Morandi ha usato il termine bipartisan, Luca non ce l'ha fatta più. Prima invece Luca se l'era presa col consigliere d'amministrazione della Rai Verro che li aveva criticati: "Non glielo tocchiamo più Berlusconi!".
Ora Luca e Paolo torneranno alle Iene, a Mediaset, al loro mondo probabilmente dorato. Invece, sempre per partire dalla fine, Vecchioni vince il festival, dedica la canzone alla moglie e dice a Morandi: "Hai vinto tu, se non mi venivi a prendere non ci stavo ora qua!".
Qua. Qua sarebbe Sanremo, una gara di musica italiana. Un posto dove si spara sempre a zero, anche quando in anni come questo il festival risulta equilibrato, dove vince una leggenda della musica italiana, dove bene o male si sentono belle canzoni. Anche io penso che nonostante tutto nessuna canzone (parere soggettivo, ci mancherebbe altro) di questa edizione 2011 rimarrà nella storia della musica italiana, però è stato un bel festival, non c'è che dire.
Sì, perché dopo giorni di polemiche, bilanciamenti chiesti dalla dirigenza Rai, quando anche Morandi ha usato il termine bipartisan, Luca non ce l'ha fatta più. Prima invece Luca se l'era presa col consigliere d'amministrazione della Rai Verro che li aveva criticati: "Non glielo tocchiamo più Berlusconi!".
Ora Luca e Paolo torneranno alle Iene, a Mediaset, al loro mondo probabilmente dorato. Invece, sempre per partire dalla fine, Vecchioni vince il festival, dedica la canzone alla moglie e dice a Morandi: "Hai vinto tu, se non mi venivi a prendere non ci stavo ora qua!".
Qua. Qua sarebbe Sanremo, una gara di musica italiana. Un posto dove si spara sempre a zero, anche quando in anni come questo il festival risulta equilibrato, dove vince una leggenda della musica italiana, dove bene o male si sentono belle canzoni. Anche io penso che nonostante tutto nessuna canzone (parere soggettivo, ci mancherebbe altro) di questa edizione 2011 rimarrà nella storia della musica italiana, però è stato un bel festival, non c'è che dire.
sabato 19 febbraio 2011
Il fatto su Sanremo
Filippo Gatti, cantante indy che apprezzo, scrive un blog sul fatto quotidiano. Parla di Sanremo, su un giornale che nonostante il bel festival era stato critico e qualche giorno fa aveva sparato a zero sul Festival.
Filippo intitola il suo primo post del blog "Cosa salvate, la musica o Sanremo?" e dice:
"
Non devi scrivere dei tuoi colleghi. Parlare male del festival di Sanremo è scontato. Un giorno potresti essere invitato.
Non è il modo migliore di iniziare questo blog. Ignora il fenomeno con eleganza.
Poi quando nella serata della celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia ascolto Vecchioni cantare come si deve “o’ surdato ‘nnammurato” e mi commuovo con Benigni che a voce nuda ridona dignità all’inno nazionale (sporcato solo dagli applausi prematuri di una platea che sembra selezionata da Dario Argento), arriva il crollo. L’orrore del prima e del dopo è troppo evidente. E’ stato come accendere la luce in una stanza sporca. Il nostro paese è pieno di fonici che sanno far sentire una voce, critici e direttori artistici che vendono solo il frutto del loro lavoro, cantanti intonati, grandi autori, arrangiatori eccellenti, ottimi musicisti.
Dovremmo fare insieme una causa collettiva a questa trasmissione televisiva che anno dopo anno distrugge la credibilità della nostra musica, la memoria di quello che è stata, la fiducia in come potrebbe essere, la verità di quello che è. Ecco, scripta manent. Mi sento un po’ meglio. Sparate pure sul pianista.
"
Filippo intitola il suo primo post del blog "Cosa salvate, la musica o Sanremo?" e dice:
"
Non devi scrivere dei tuoi colleghi. Parlare male del festival di Sanremo è scontato. Un giorno potresti essere invitato.
Non è il modo migliore di iniziare questo blog. Ignora il fenomeno con eleganza.
Poi quando nella serata della celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia ascolto Vecchioni cantare come si deve “o’ surdato ‘nnammurato” e mi commuovo con Benigni che a voce nuda ridona dignità all’inno nazionale (sporcato solo dagli applausi prematuri di una platea che sembra selezionata da Dario Argento), arriva il crollo. L’orrore del prima e del dopo è troppo evidente. E’ stato come accendere la luce in una stanza sporca. Il nostro paese è pieno di fonici che sanno far sentire una voce, critici e direttori artistici che vendono solo il frutto del loro lavoro, cantanti intonati, grandi autori, arrangiatori eccellenti, ottimi musicisti.
Dovremmo fare insieme una causa collettiva a questa trasmissione televisiva che anno dopo anno distrugge la credibilità della nostra musica, la memoria di quello che è stata, la fiducia in come potrebbe essere, la verità di quello che è. Ecco, scripta manent. Mi sento un po’ meglio. Sparate pure sul pianista.
"
venerdì 18 febbraio 2011
Battutacce-acce-acce
Il cuoco si è licenziato dopo essersi stufato
Anche Don abbondio stava male, ma poi si è curato
La laureata Sara Tommasi verso un nuovo interrogatorio. "Bocconi" era un errore di trascrizione.
Homer: Salve, sono il Sig. Burns. Credo che abbiate una lettera per me.
Impiegato: Ah bene signor Burns, qual è il suo nome di battesimo?
Homer: Non lo so.
Anche Don abbondio stava male, ma poi si è curato
La laureata Sara Tommasi verso un nuovo interrogatorio. "Bocconi" era un errore di trascrizione.
Homer: Salve, sono il Sig. Burns. Credo che abbiate una lettera per me.
Impiegato: Ah bene signor Burns, qual è il suo nome di battesimo?
Homer: Non lo so.
giovedì 17 febbraio 2011
Battutacce
E' morta la professoressa di matematica durante un'operazione. Abitava in una frazione di Potenza. Vabbè ma tanto non si era integrata. Poi non tutti sapevano che poco prima di morire aveva subito una sottrazione indebita sul conto.
ok basta...
http://www.facebook.com/profile.php?id=100001080854230#!/pages/Battutacce/297502359075
ok basta...
http://www.facebook.com/profile.php?id=100001080854230#!/pages/Battutacce/297502359075
mercoledì 16 febbraio 2011
il casalingo si sa, è papà!
Visto che il testo unico in maternità e paternità dovrebbe permettermelo (il condizionale è d'obbligo, visti i tempacci che viviamo) quando posso rimango a dare il cambio a mogliaideale e tengo cucciola. Ad esempio ora sta svuotando il suo portagioie, ogni tanto mi regala qualche fermaglietto o un campione gratuito di anti zanzare (a febbraio?!!).
Poi faccio qualche servizietto, un'occhiata alla mail del lavoro, corsi on line, strilli e urla di cucciola, mentre canticchio questa:
Oggi tutti i genitori sono sempre più impegnati
E s' inventano i mestieri più bizzarri e strampalati:
L'astronauta, l'erborista, l'astrologo apprendista,
Ma per me l'idea più giusta ce l'ha avuta il mio papà.
Ah sì, ma và, qual è?
E' quella giusta!
Cos'è?
Mio papà fa il casalingo, non capisco perché ridi,
Perché mai fare il pilota? Preferisce andare a piedi.
Non vuol fare il calciatore quindi io non lo costringo
L'importante è lavorare e mio papà fa il casalingo!
Il casa che?
Il casalingo!
E perché?
Il casalingo si sa,
Ah ah,
Il gran da fare che ha,
Ah ah!
Stirare cento camicie, col vicino far pace
La lucidatrice passare qua e là.
Portare i pargoli a scuola,
Il casalingo lo fa
Al market fare la spesa,
Il casalingo la fa!
Ed è già mezzogiorno i figli fanno ritorno
C'è da accendere il forno,
La ventola e il gas.
E' un mestiere originale e il mio papi lo consiglia
E' un' idea sperimentale per restare più in famiglia
Di una cosa son sicura, la mia mamma ha fatto bingo
Le sue amiche fanno a gara per sposare un casalingo!
E quando mai! E dai!
Un casalingo
Il casalingo si sa,
Ah ah,
Il gran da fare che ha,
Ah ah!
Riempire la lavatrice, e pagare la luce
E poi c'è chi dice: "Un casalingo che fa?"
Portare a spasso l'alano
Che il tuo passo non ha
Annaffiare il giardino
Con il caldo che fa
Pulire tutti quei piatti e la sabbietta dei gatti
E fare torte e biscotti,
Mamma mia che bontà!
Il casalingo si sa,
Ah ah,
Quanti mestieri che fa,
Ah ah
La biancheria l'ha già stesa,
Ha già fatto la spesa,
Ma è blu, non è rosa il grembiule che ha.
Il casalingo si sa, ah ah, il gran da fare che ha, ah ah!
E intanto si è fatta sera, lui ancora lavora,
Quest' uomo in carriera tra fornelli e sofà.
La cena da preparare
Col sugheto al ragù,
Inglese da ripassare,
"Hello, how do you do?"
Soffiare forte i nasini e lavare i dentini
Registare ai bambini i cartoni in TV.
Il casalingo si sa,
Ah ah,
Quanti mestieri che fa,
Ah ah
E' una preziosa colonna, tutto il giorno si affanna,
Si affannerà!
Ma quando poi vai a nanna il suo bacio ti dà!
Poi faccio qualche servizietto, un'occhiata alla mail del lavoro, corsi on line, strilli e urla di cucciola, mentre canticchio questa:
Oggi tutti i genitori sono sempre più impegnati
E s' inventano i mestieri più bizzarri e strampalati:
L'astronauta, l'erborista, l'astrologo apprendista,
Ma per me l'idea più giusta ce l'ha avuta il mio papà.
Ah sì, ma và, qual è?
E' quella giusta!
Cos'è?
Mio papà fa il casalingo, non capisco perché ridi,
Perché mai fare il pilota? Preferisce andare a piedi.
Non vuol fare il calciatore quindi io non lo costringo
L'importante è lavorare e mio papà fa il casalingo!
Il casa che?
Il casalingo!
E perché?
Il casalingo si sa,
Ah ah,
Il gran da fare che ha,
Ah ah!
Stirare cento camicie, col vicino far pace
La lucidatrice passare qua e là.
Portare i pargoli a scuola,
Il casalingo lo fa
Al market fare la spesa,
Il casalingo la fa!
Ed è già mezzogiorno i figli fanno ritorno
C'è da accendere il forno,
La ventola e il gas.
E' un mestiere originale e il mio papi lo consiglia
E' un' idea sperimentale per restare più in famiglia
Di una cosa son sicura, la mia mamma ha fatto bingo
Le sue amiche fanno a gara per sposare un casalingo!
E quando mai! E dai!
Un casalingo
Il casalingo si sa,
Ah ah,
Il gran da fare che ha,
Ah ah!
Riempire la lavatrice, e pagare la luce
E poi c'è chi dice: "Un casalingo che fa?"
Portare a spasso l'alano
Che il tuo passo non ha
Annaffiare il giardino
Con il caldo che fa
Pulire tutti quei piatti e la sabbietta dei gatti
E fare torte e biscotti,
Mamma mia che bontà!
Il casalingo si sa,
Ah ah,
Quanti mestieri che fa,
Ah ah
La biancheria l'ha già stesa,
Ha già fatto la spesa,
Ma è blu, non è rosa il grembiule che ha.
Il casalingo si sa, ah ah, il gran da fare che ha, ah ah!
E intanto si è fatta sera, lui ancora lavora,
Quest' uomo in carriera tra fornelli e sofà.
La cena da preparare
Col sugheto al ragù,
Inglese da ripassare,
"Hello, how do you do?"
Soffiare forte i nasini e lavare i dentini
Registare ai bambini i cartoni in TV.
Il casalingo si sa,
Ah ah,
Quanti mestieri che fa,
Ah ah
E' una preziosa colonna, tutto il giorno si affanna,
Si affannerà!
Ma quando poi vai a nanna il suo bacio ti dà!
martedì 15 febbraio 2011
Carri e musica ad alto decibel
Quest'anno chiederemo asilo politico. In occasione del tradizionale (ma solo da quando abbiamo casa in centro) carnevale cittadino, la cittadinanza salirà sui carri ed a ritmo di waka waka scorrazzerà libera per la città, a discapito delle mie povere orecchie.
Ma quest'anno non ci sto. Proprio nel senso che chiederò ospitalità a mia suocera.
(poi, fonte "il mio pediatra", il giorno dopo tutti sono con la bronco polmonite da martedì grasso...)
Ma quest'anno non ci sto. Proprio nel senso che chiederò ospitalità a mia suocera.
(poi, fonte "il mio pediatra", il giorno dopo tutti sono con la bronco polmonite da martedì grasso...)
lunedì 14 febbraio 2011
Le 10 domande a San Valentino
Ogni 14 febbraio ci si chiede: ma perché proprio San Valentino? che cosa avrebbe fatto questo Santo per diventare patrono degli innamorati?
Vescovo e martire cristiano (176-273) si è visto attribuire alcuni miracoli che gli hanno regalato la fama di santo dell’amore.
E quali sono?
Il primo riguarda una coppia di innamorati che il giovane vescovo avrebbe incontrato. I due stavano litigando e lui li fece riconciliare facendo volare loro intorno decine di coppie di piccioni. Da questo episodio deriverebbe anche l’espressione «piccioncini» riferita agli innamorati. Altri raccontano di amanti salvati dalle persecuzioni o dai veti dei genitori.
La festa degli innamorati è legata al culto di questo santo?
Probabilmente no. Avrebbe origini più antiche, e precisamente nei «lupercalia» romani che venivano celebrati il 15 febbraio. Erano riti dedicati alla fertilità.
A quando risale l’abitudine di spedire le «valentine» ovvero i messaggi d’amore tipici di questa festa?
La più antica risalirebbe XV secolo. E’ attribuita addirittura a Carlo d’Orléans che durante la prigionia nella Torre di Londra scrive alla moglie definendola «ma tres doulce Valentinée (mia dolcissima Valentina).
Quando ha cominciato a diventare un’occasione di ottimi affari?
Già nell’Ottocento alcuni imprenditori statunitensi cominciarono a produrre biglietti su scala industriale e gli ottimi affari diedero un impulso decisivo allo sviluppo della festa.
Ma si festeggia in tutto il mondo?
Un po’ in tutto il pianeta ci sono eventi o riti in questo giorno ma l’impulso maggiore lo ha dato la cultura anglosassone. L’attenzione, quindi, è maggiore nei paesi che cadono sotto quell’influenza.
Qualche esempio?
Un po’ ovunque la tradizione impone le cene a lume di candela. In Inghilterra o negli Stati Uniti vanno di gran moda i biglietti anonimi con innamorati che decidono di inviare fiori o cioccolatini senza rivelare la propria identità. Sempre negli Usa, si inviano «valentine» anche al papà, alla mamma, a fratelli, sorelle o amici e la tradizione comincia alle scuole elementari con bigliettini decorati con i personaggi dei cartoni animati e soprattutto dei fumetti. In Spagna vanno fortissimo le rose rosse, mentre le olandesi ricevono spesso cuori di liquirizia.
E vero che in Giappone sono le ragazze a fare regali?
Esatto. La tradizione prevede che siano le ragazze a regalare una scatola di cioccolatini ai ragazzi, non solo fidanzati e mariti ma anche amici, colleghi di lavoro o superiori. Chi riceve il dono di cioccolato lo deve ricambiare un mese dopo con del cioccolato bianco.
Quindi la ricorrenza è sentita anche in Oriente?
Sentita no, è un’occasione per fare festa ed organizzare eventi di ogni genere. Come in Thailandia dove 14 coppie si sfideranno per il bacio più lungo, tentando di battere il record mondiale di 32 ore. La maratona del bacio si terrà a Pattaya dove gli innamorati avranno a disposizione un metro quadrato di spazio da condividere sempre, a parte il tempo utile per recarsi in bagno. Chi vince riceverà un anello con brillante e circa 2.400 euro.
Nel mondo ci sono luoghi dove viene vietata?
Nei Paesi islamici la tradizione è scarsamente diffusa e poco tollerata. Ogni anno arriva qualche «fatwa» in proposito, l’ultima è degli ulema indonesiani che hanno proibito di celebrare la festa considerata peccaminosa per la religione islamica. I religiosi hanno invitato i padri di famiglia a sorvegliare i figli.
In Europa ci sono stati casi di messa al bando?
In tempi recenti non ci sono stati episodi clamorosi. Quest’anno l’unico «attacco» arriva dalla Russia, anche se la chiesa ortodossa non ha mai preso posizione. A Belgorod, città sul fiume Donec a 700 chilometri a Sud-Ovest di Mosca, è stata cancellata perché secondo il governatore, non è in linea con le tradizioni russe. Lo zoo locale ha eliminato lo sconto per coppie previsto per san Valentino e l’università ha vietato agli studenti di festeggiare in discoteche e concerti.
E che cos’è la festa di San Faustino?
E’ un’idea tutta italiana che negli ultimi anni ha preso piede, ovvero inventare per il 15 febbraio un «anti sanvalentino», una festa dedicata ai single in cerca di fidanzato o fidanzata. Viene celebrata domani con appuntamenti. Domani a Milano, Torino, Roma e nelle principali città italiane sono in programma appuntamenti, soprattutto «speed date» per chi cerca l’anima gemella in modo da poter festeggiare adeguatamente il prossimo San Valentino.
Vescovo e martire cristiano (176-273) si è visto attribuire alcuni miracoli che gli hanno regalato la fama di santo dell’amore.
E quali sono?
Il primo riguarda una coppia di innamorati che il giovane vescovo avrebbe incontrato. I due stavano litigando e lui li fece riconciliare facendo volare loro intorno decine di coppie di piccioni. Da questo episodio deriverebbe anche l’espressione «piccioncini» riferita agli innamorati. Altri raccontano di amanti salvati dalle persecuzioni o dai veti dei genitori.
La festa degli innamorati è legata al culto di questo santo?
Probabilmente no. Avrebbe origini più antiche, e precisamente nei «lupercalia» romani che venivano celebrati il 15 febbraio. Erano riti dedicati alla fertilità.
A quando risale l’abitudine di spedire le «valentine» ovvero i messaggi d’amore tipici di questa festa?
La più antica risalirebbe XV secolo. E’ attribuita addirittura a Carlo d’Orléans che durante la prigionia nella Torre di Londra scrive alla moglie definendola «ma tres doulce Valentinée (mia dolcissima Valentina).
Quando ha cominciato a diventare un’occasione di ottimi affari?
Già nell’Ottocento alcuni imprenditori statunitensi cominciarono a produrre biglietti su scala industriale e gli ottimi affari diedero un impulso decisivo allo sviluppo della festa.
Ma si festeggia in tutto il mondo?
Un po’ in tutto il pianeta ci sono eventi o riti in questo giorno ma l’impulso maggiore lo ha dato la cultura anglosassone. L’attenzione, quindi, è maggiore nei paesi che cadono sotto quell’influenza.
Qualche esempio?
Un po’ ovunque la tradizione impone le cene a lume di candela. In Inghilterra o negli Stati Uniti vanno di gran moda i biglietti anonimi con innamorati che decidono di inviare fiori o cioccolatini senza rivelare la propria identità. Sempre negli Usa, si inviano «valentine» anche al papà, alla mamma, a fratelli, sorelle o amici e la tradizione comincia alle scuole elementari con bigliettini decorati con i personaggi dei cartoni animati e soprattutto dei fumetti. In Spagna vanno fortissimo le rose rosse, mentre le olandesi ricevono spesso cuori di liquirizia.
E vero che in Giappone sono le ragazze a fare regali?
Esatto. La tradizione prevede che siano le ragazze a regalare una scatola di cioccolatini ai ragazzi, non solo fidanzati e mariti ma anche amici, colleghi di lavoro o superiori. Chi riceve il dono di cioccolato lo deve ricambiare un mese dopo con del cioccolato bianco.
Quindi la ricorrenza è sentita anche in Oriente?
Sentita no, è un’occasione per fare festa ed organizzare eventi di ogni genere. Come in Thailandia dove 14 coppie si sfideranno per il bacio più lungo, tentando di battere il record mondiale di 32 ore. La maratona del bacio si terrà a Pattaya dove gli innamorati avranno a disposizione un metro quadrato di spazio da condividere sempre, a parte il tempo utile per recarsi in bagno. Chi vince riceverà un anello con brillante e circa 2.400 euro.
Nel mondo ci sono luoghi dove viene vietata?
Nei Paesi islamici la tradizione è scarsamente diffusa e poco tollerata. Ogni anno arriva qualche «fatwa» in proposito, l’ultima è degli ulema indonesiani che hanno proibito di celebrare la festa considerata peccaminosa per la religione islamica. I religiosi hanno invitato i padri di famiglia a sorvegliare i figli.
In Europa ci sono stati casi di messa al bando?
In tempi recenti non ci sono stati episodi clamorosi. Quest’anno l’unico «attacco» arriva dalla Russia, anche se la chiesa ortodossa non ha mai preso posizione. A Belgorod, città sul fiume Donec a 700 chilometri a Sud-Ovest di Mosca, è stata cancellata perché secondo il governatore, non è in linea con le tradizioni russe. Lo zoo locale ha eliminato lo sconto per coppie previsto per san Valentino e l’università ha vietato agli studenti di festeggiare in discoteche e concerti.
E che cos’è la festa di San Faustino?
E’ un’idea tutta italiana che negli ultimi anni ha preso piede, ovvero inventare per il 15 febbraio un «anti sanvalentino», una festa dedicata ai single in cerca di fidanzato o fidanzata. Viene celebrata domani con appuntamenti. Domani a Milano, Torino, Roma e nelle principali città italiane sono in programma appuntamenti, soprattutto «speed date» per chi cerca l’anima gemella in modo da poter festeggiare adeguatamente il prossimo San Valentino.
domenica 13 febbraio 2011
è morto Sentry
è morto Sentry, ieri, mentre leggevo i miei arretrati di fumetti. Assedio, 4 volumetti da 5 euri usciti tra novembre e febbraio 2011 in Italia. Durante questo maxievento (l'attacco dei vendicatori di Osborn congiuntamente alle forze Hammer contro Asgard) Void (la parte cattiva di Sentry) prende fortemente il sopravvento sulla già provata personalità di Bob e scatena tutto il suo potere dapprima sull'amico/collega Ares, che finisce letteralmente squartato in due, e poi sostanzialmente contro tutti i supereroi "non ufficiali" giunti per difendere la patria norrena, finita distrutta sul suolo dell'Oklahoma proprio per mano di Sentry/Void. Manifestatosi in una nuova forma similragnesca Void riesce a sconfiggere praticamente tutti; solo il tempestivo intervento di un "redento" Loki, che tramite le pietre delle norne dona nuova forza vitale agli eroi ormai a terra, muta a momentaneo vantaggio le sorti della battaglia. Questo basta al redivivo IronMan per prendere possesso dell'elivelivolo Hammer e scagliarlo su Void. Dopo lo schianto Bob torna in se stesso quanto basta per chiedere a Thor di ucciderlo per evitare il già imminente riaffacciarsi di Void. Thor provvede allora, seppur con dolore, a dare morte all'amico d'oro, per poi avvolgerlo nel suo manto rosso e portarlo in volo verso il sole, per dargli degna sepoltura.
Ma chi era Sentry?
Bob Reynolds è un semplice studente con il vizio dell'alcolismo, tossicodipendente, vittima di frequenti depressioni e disturbi psichici. Insieme ad un compagno, fa irruzione in un laboratorio alla ricerca di droghe sintetiche che lo facciano 'sballare', e per questo beve una strana pozione segreta, ottenendo cosi i suoi superpoteri (la pozione si rivelerà in seguito essere una variante del siero del supersoldato usato su Capitan America, con la particolarità di essere circa un milione di volte più potente ed adattabile ad ogni organismo umano, a differenza del precedente, dimostratosi efficace solo su Steve Rogers e pochi altri; la scoperta portò i suoi creatori alla decisione di farlo sparire, nella paura che si potessero creare infiniti esseri potenti come Sentry, e gli venne cancellata la memoria, nell'impossibilità di ucciderlo).
Sentry era nato come uno scherzo da parte della Marvel ai danni dei propri fan. Infatti il mistero che circonda la figura di Sentry si estende anche alla vita reale, in quanto questo personaggio è stata una delle più grandi prodezze commerciali della storia del fumetto. Quando la miniserie The Sentry era ormai prossima all'uscita nel 2000, l'Editor-in-chief della Marvel Joe Quesada diffuse la diceria che Sentry fosse in realtà un dimenticato personaggio ideato da Stan Lee, creato nel 1961 assieme al disegnatore Artie Rosen, che precedeva in qualche modo i Fantastici Quattro e facendo di lui il primo supereroe in assoluto della Marvel. Per sostenere la trovata pubblicitaria nelle sue storie apparivano copertine o vignette fasulle disegnate secondo i canoni grafici degli anni sessanta e settanta, dando la sensazione che il fumetto fosse stato realmente pubblicato in quegli anni.
Ma se ho imparato qualcosa dai fumetti, è che nessuno muore mai sul serio...
Ma chi era Sentry?
Bob Reynolds è un semplice studente con il vizio dell'alcolismo, tossicodipendente, vittima di frequenti depressioni e disturbi psichici. Insieme ad un compagno, fa irruzione in un laboratorio alla ricerca di droghe sintetiche che lo facciano 'sballare', e per questo beve una strana pozione segreta, ottenendo cosi i suoi superpoteri (la pozione si rivelerà in seguito essere una variante del siero del supersoldato usato su Capitan America, con la particolarità di essere circa un milione di volte più potente ed adattabile ad ogni organismo umano, a differenza del precedente, dimostratosi efficace solo su Steve Rogers e pochi altri; la scoperta portò i suoi creatori alla decisione di farlo sparire, nella paura che si potessero creare infiniti esseri potenti come Sentry, e gli venne cancellata la memoria, nell'impossibilità di ucciderlo).
Sentry era nato come uno scherzo da parte della Marvel ai danni dei propri fan. Infatti il mistero che circonda la figura di Sentry si estende anche alla vita reale, in quanto questo personaggio è stata una delle più grandi prodezze commerciali della storia del fumetto. Quando la miniserie The Sentry era ormai prossima all'uscita nel 2000, l'Editor-in-chief della Marvel Joe Quesada diffuse la diceria che Sentry fosse in realtà un dimenticato personaggio ideato da Stan Lee, creato nel 1961 assieme al disegnatore Artie Rosen, che precedeva in qualche modo i Fantastici Quattro e facendo di lui il primo supereroe in assoluto della Marvel. Per sostenere la trovata pubblicitaria nelle sue storie apparivano copertine o vignette fasulle disegnate secondo i canoni grafici degli anni sessanta e settanta, dando la sensazione che il fumetto fosse stato realmente pubblicato in quegli anni.
Ma se ho imparato qualcosa dai fumetti, è che nessuno muore mai sul serio...
sabato 12 febbraio 2011
Il raccattapalle di Siviglia
Caro Mesme,
oggi su sport week (che ti ho conservato) si parlava del comportamento dei raccattapalle del Siviglia, ed in generale di quelli degli stadi spagnoli. Antisportivi. Se la squadra di casa vince spariscono, se sta perdendo invece vanno subito a recuperare palloni. Peggio: se il portiere avversario (successe ad un tale Edoardo) decide di andarsi a prendere i palloni da soli, allora i raccattapalle tornano a mettegli il pallone in campo, così lui avendone due perde tempo a calciarne uno fuori. Ora in Spagna dovranno regolamentare questo comportamento. Stavo cercando qualche articolo che ne parlasse per il blog, ma non ne ho trovati. Ci provi tu?
'azie
oggi su sport week (che ti ho conservato) si parlava del comportamento dei raccattapalle del Siviglia, ed in generale di quelli degli stadi spagnoli. Antisportivi. Se la squadra di casa vince spariscono, se sta perdendo invece vanno subito a recuperare palloni. Peggio: se il portiere avversario (successe ad un tale Edoardo) decide di andarsi a prendere i palloni da soli, allora i raccattapalle tornano a mettegli il pallone in campo, così lui avendone due perde tempo a calciarne uno fuori. Ora in Spagna dovranno regolamentare questo comportamento. Stavo cercando qualche articolo che ne parlasse per il blog, ma non ne ho trovati. Ci provi tu?
'azie
venerdì 11 febbraio 2011
Jason Reitman (Montreal, 19 ottobre 1977) è un regista canadese
Filmografia
* Thank You for Smoking (2005) -> lo sto vedendo ora... appassionante!
* Juno (2007) -> Una rivelazione!
* Tra le nuvole (2009) -> da oscar!...piaciuto molto.
Jason Reitman coniuga temi attuali, oserei dire temi da documentari, con i ritmi della commedia frizzantina.
* Thank You for Smoking (2005) -> lo sto vedendo ora... appassionante!
* Juno (2007) -> Una rivelazione!
* Tra le nuvole (2009) -> da oscar!...piaciuto molto.
Jason Reitman coniuga temi attuali, oserei dire temi da documentari, con i ritmi della commedia frizzantina.
giovedì 10 febbraio 2011
CHE TEMPO CHE FA - 6 FEBBRAIO 2011 - MONOLOGO DI ANTONIO CORNACCHIONE
Allora, sono vestito da avvocato perché faccio parte del nuovo collegio difensivo del presidente Berlusconi; faccio parte dello studio Cornacchione e Cornacchione - c'è un altro Cornacchione? - no, sono sempre io, ho detto Cornacchione è Cornacchione, è un verbo non una congiunzione, come Silvio è Silvio, come Fazio è Fazio, come Bersani... non so chi sia!
Sono qui cittadini romani... va beh di dove siete, per difendere un uomo solo, un uomo che è stato lasciato anche da sua moglie, e lui ci teneva tanto a questa donna... pensate che una volta Silvio non è tornato a casa e lei, giustamente, premurosa, ha chiamato gli amici, ha chiamato anche il Consiglio dei Ministri, "scusate avete visto Silvio?" "no signora, oggi Silvio non è venuto a lavorare" "e allora" ha detto lei preoccupata "dove va alla mattina quando esce di casa? Allora mi dice balle... strano perché non è da lui...!".
Insomma, quest'uomo è da due anni solo, chiuso in questa casa enorme senza uno straccio di donna; ha mai visto la casa di un uomo solo, senza una donna, dopo una settimana? I piatti che si accumulano, il divano, i piatti sporchi, i tappeti da battere... e lui invece è solo, con l'acaro del divano che ce l'ha con lui... perché è comunista, è un essere inferiore quindi è comunista!
Pensi che Silvio ha passato anche delle feste pessime, da solo, ve beh, ha fatto Natale con i suoi, ma Capodanno da solo, era in compagnia di sé stesso, si circonda sempre delle persone sbagliate... solo in questa casa con 250 stanze, 96 bagni, 240 sgabuzzini, che lui per cercare una ciabatta ci mette due giorni, deve aprire 240 stanze... e allora cosa deve fare un uomo per passare qualche ora svagata? Telefona alla Rai, telefona a Santoro che lo tratta male, Lerner lo insulta e Floris gli sbatte giù il telefono!
A questo punto pensate, Silvio ieri mattina ha chiamato la Clerici alla "Prova del Cuoco" e ha cominciato a dire "lei fa un uso criminoso del frigorifero, lo sbattiuova ha bisogno di un contraddittorio... e anche la Clerici gli ha detto "ma anche lei è impazzito come la maionese!"; in Rai non gli risponde nessuno tranne Minzolini, bisogna accontentarsi.
Allora vogliamo chiarire una volta per tutte: lui aiuta tutti, chiha bisogno, chiunque, - Fazio chiede se può essere aiutato anche lui. Cornacchione gli apre la giacca - lei non ha i requisiti, avrà al massimo una prima...
Ora comincia l'arringa finale, signori, sarò breve come il processo: E' innocente, grazie, finito.
Cos'è il processo breve, lei mi fa un ottima domanda a cui rispondo molto volentieri, vi faccio un esempio di processo breve: silenzio, in piedi, entra la Corte, requisitoria, testimone, io non ho visto nulla, bene, grazie ma va là, ma va là, ma va là, questo è Ghedini, entra la corte, esce la Corte, assolto! Volendo, caro Fazio, ce n'è uno anche più breve: è stato già fatto, assolto.
La separazione delle carriere? E' una cosa semplicissima, qui la spiego per quelli che non la sanno, un unico articolo che dice: il giudice che indaga Silvio non farà mai carriera; giudice da una parte, carriera dall'altra! Il motivo specifico per cui sono venuto qua stasera è che si è parlato tanto di queste feste e si vocifera addirittura di una fotografia del nostro presidente del consiglio in pose scandalose, io vorrei dire che queste cose qui non sono vere anzi, ho deciso di mostrarle qui da voi queste fotografie.
Si è anche parlato di questa cantinetta, tavernetta, in cui si svolgerebbero dei festini licenziosi... ebbene adesso vi faccio vedere questa tavernetta del Bunga Bunga - appare sullo schermo una squallida mensa - si è fatto credere alla popolazione ingenua, ai ragazzi che ci stanno guardando, che ci siano stati dei baccanali, delle cose licenziose, dove la gente mangiava delle ostriche, champagne, con delle badilate di caviale e invece no, ecco il secondo reperto - estrae dalla manica della tunica un pezzo di pane - del pane secco, e dell'acqua del sindaco fra l'altro calcarea...
Nudità? Ma non è assolutamente vero, noi ci eravamo nudi perché ci siamo spogliati delle ricchezze perché eravamo nudi al cospetto degli uomini e del divino... ecco come eravamo vestiti - levandosi la tunica appare un saio francescano - e facevamo penitenza flagellandoci... - intona l'alleluia cambiandola in "aantigua" e flagellandosi.
La cosa che più ci indigna è questa signora Minetti, alla quale tanto abbiamo dato, questa professionista di madrelingua inglese, laureata a pieni voti, dedita esclusivamente al bene comune, eppure questa signora intercettata avrebbe detto la cosa più grave che si può dire di un uomo, io faccio fatica a ripeterla, Silvio perdonami, lo faccio per la causa giudiziaria.
Avrebbe detto che Sivio ha il culo flaccido... perdonami Silvio... no, non e vero, anzi ora vorrei che voi decideste perché ho l'ultimo reperto, il terzo... signore e signori eccolo... - appare sullo schermo il fotomontaggio di un corpo scultoreo di profilo con la testa di Berlusconi - allora, le sembra un culo flaccido questo? No, assolutamente e allora... assolto, assolto!
Sono qui cittadini romani... va beh di dove siete, per difendere un uomo solo, un uomo che è stato lasciato anche da sua moglie, e lui ci teneva tanto a questa donna... pensate che una volta Silvio non è tornato a casa e lei, giustamente, premurosa, ha chiamato gli amici, ha chiamato anche il Consiglio dei Ministri, "scusate avete visto Silvio?" "no signora, oggi Silvio non è venuto a lavorare" "e allora" ha detto lei preoccupata "dove va alla mattina quando esce di casa? Allora mi dice balle... strano perché non è da lui...!".
Insomma, quest'uomo è da due anni solo, chiuso in questa casa enorme senza uno straccio di donna; ha mai visto la casa di un uomo solo, senza una donna, dopo una settimana? I piatti che si accumulano, il divano, i piatti sporchi, i tappeti da battere... e lui invece è solo, con l'acaro del divano che ce l'ha con lui... perché è comunista, è un essere inferiore quindi è comunista!
Pensi che Silvio ha passato anche delle feste pessime, da solo, ve beh, ha fatto Natale con i suoi, ma Capodanno da solo, era in compagnia di sé stesso, si circonda sempre delle persone sbagliate... solo in questa casa con 250 stanze, 96 bagni, 240 sgabuzzini, che lui per cercare una ciabatta ci mette due giorni, deve aprire 240 stanze... e allora cosa deve fare un uomo per passare qualche ora svagata? Telefona alla Rai, telefona a Santoro che lo tratta male, Lerner lo insulta e Floris gli sbatte giù il telefono!
A questo punto pensate, Silvio ieri mattina ha chiamato la Clerici alla "Prova del Cuoco" e ha cominciato a dire "lei fa un uso criminoso del frigorifero, lo sbattiuova ha bisogno di un contraddittorio... e anche la Clerici gli ha detto "ma anche lei è impazzito come la maionese!"; in Rai non gli risponde nessuno tranne Minzolini, bisogna accontentarsi.
Allora vogliamo chiarire una volta per tutte: lui aiuta tutti, chiha bisogno, chiunque, - Fazio chiede se può essere aiutato anche lui. Cornacchione gli apre la giacca - lei non ha i requisiti, avrà al massimo una prima...
Ora comincia l'arringa finale, signori, sarò breve come il processo: E' innocente, grazie, finito.
Cos'è il processo breve, lei mi fa un ottima domanda a cui rispondo molto volentieri, vi faccio un esempio di processo breve: silenzio, in piedi, entra la Corte, requisitoria, testimone, io non ho visto nulla, bene, grazie ma va là, ma va là, ma va là, questo è Ghedini, entra la corte, esce la Corte, assolto! Volendo, caro Fazio, ce n'è uno anche più breve: è stato già fatto, assolto.
La separazione delle carriere? E' una cosa semplicissima, qui la spiego per quelli che non la sanno, un unico articolo che dice: il giudice che indaga Silvio non farà mai carriera; giudice da una parte, carriera dall'altra! Il motivo specifico per cui sono venuto qua stasera è che si è parlato tanto di queste feste e si vocifera addirittura di una fotografia del nostro presidente del consiglio in pose scandalose, io vorrei dire che queste cose qui non sono vere anzi, ho deciso di mostrarle qui da voi queste fotografie.
Si è anche parlato di questa cantinetta, tavernetta, in cui si svolgerebbero dei festini licenziosi... ebbene adesso vi faccio vedere questa tavernetta del Bunga Bunga - appare sullo schermo una squallida mensa - si è fatto credere alla popolazione ingenua, ai ragazzi che ci stanno guardando, che ci siano stati dei baccanali, delle cose licenziose, dove la gente mangiava delle ostriche, champagne, con delle badilate di caviale e invece no, ecco il secondo reperto - estrae dalla manica della tunica un pezzo di pane - del pane secco, e dell'acqua del sindaco fra l'altro calcarea...
Nudità? Ma non è assolutamente vero, noi ci eravamo nudi perché ci siamo spogliati delle ricchezze perché eravamo nudi al cospetto degli uomini e del divino... ecco come eravamo vestiti - levandosi la tunica appare un saio francescano - e facevamo penitenza flagellandoci... - intona l'alleluia cambiandola in "aantigua" e flagellandosi.
La cosa che più ci indigna è questa signora Minetti, alla quale tanto abbiamo dato, questa professionista di madrelingua inglese, laureata a pieni voti, dedita esclusivamente al bene comune, eppure questa signora intercettata avrebbe detto la cosa più grave che si può dire di un uomo, io faccio fatica a ripeterla, Silvio perdonami, lo faccio per la causa giudiziaria.
Avrebbe detto che Sivio ha il culo flaccido... perdonami Silvio... no, non e vero, anzi ora vorrei che voi decideste perché ho l'ultimo reperto, il terzo... signore e signori eccolo... - appare sullo schermo il fotomontaggio di un corpo scultoreo di profilo con la testa di Berlusconi - allora, le sembra un culo flaccido questo? No, assolutamente e allora... assolto, assolto!
mercoledì 9 febbraio 2011
ma il tuo computer o la tua rete potrebbe inviare query automatiche
...ma che palle! che virus ho preso? Lo chiedo a yahoo answer
dovresti provare :
- pulizia cache e cookies
- spegnere e riaccendere il tuo modem/router
Guarda, visto che sei te provo a pulire cache e cookies. Il router no, che cucciola di la dorme...
...nulla! Dovrò riprovarci da sveglio
dovresti provare :
- pulizia cache e cookies
- spegnere e riaccendere il tuo modem/router
Guarda, visto che sei te provo a pulire cache e cookies. Il router no, che cucciola di la dorme...
...nulla! Dovrò riprovarci da sveglio
martedì 8 febbraio 2011
Fiat avrà centri direzionali a Torino negli Usa e in Brasile
La parola centro direzionale non porta mai nulla di buono.
Lo dicevo che la FIOM c'aveva visto giusto, infatti non sono tardate ad arrivare le voci di un trasloco dal Lingotto anche se temporaneamente smentite anche dall'ad Marchionne. Elkann rassicura Chiamparino: «Se possibile uno anche in Asia». La Fim esagera: «È l'esito del clima ostile». Gli unici a non agitarsi sono stati Roberto Cota, il presidente della Regione, di ritorno da Detroit, e il centrodestra. In serata la città ha tirato un sospiro di sollievo, dopo che Sergio Marchionne ha assicurato che non ci sarà spostamento all'estero, «né per l'oggi né per il domani», delle funzioni direzionali e progettuali.
Il presidente di Fiat John Elkann ha promesso al sindaco, Sergio Chiamparino, che tra 10-15 giorni i vertici del Lingotto incontreranno i rappresentanti delle istituzioni locali. «Il mercato è complicatissimo e pieno di incognite. Mi auguro che ci dicano che Torino ha le condizioni per combattere questa battaglia», ha osservato Chiamparino, che aveva definito «inaccettabile» l'ipotesi di un trasferimento del quartiere generale Fiat.
Al sindaco, Elkann ha spiegato che «ci saranno più centri direzionali: a Torino, a Detroit, in Brasile e se possibile in Asia». Le stesse parole le aveva dette Marchionne al direttore della Repubblica, Ezio Mauro, spiegando che «rimarranno vive le quattro lettere del marchio Fiat». Su Torino aveva fatto una battuta: «Se ha dubbi apra la mia finestra e guardi fuori».
Le rassicurazioni hanno chiuso una giornata di ansia, «Marchionne» aveva dichiarato Cota, «mi ha parlato a lungo e soltanto di cose positive, di aggiungere e non di togliere, di portare nuove cose a Torino, in particolare di come rilanciare lo stabilimento di Mirafiori». Il coordinatore regionale del Pdl, Enzo Ghigo è sicuro che «il progetto Fabbrica Italia è chiaro: Torino resta cuore e cervello dell'azienda».
Gli altri commenti sono, invece, più preoccupati. «Marchionne ed Elkann», afferma dice il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, hanno sempre detto che il cuore del gruppo resterà qui. Sarebbe una novità».
Anche i candidati alle primarie del Pd per la carica di sindaco di Torino, Piero Fassino, Davide Gariglio e Silvio Viale, chiedono chiarimenti alla Fiat. I timori sono forti anche nel mondo economico: «Se davvero Fiat spostasse la sede negli Usa, sarebbe un colpo troppo duro per il territorio», afferma Fabrizio Cellino, presidente dell'Api, il quale ricorda che le pmi dell'indotto «rappresentano qualcosa come 100 mila occupati e che hanno dato in questi anni molto per il mantenimento e la crescita della Fiat».
La Fim e la Cisl torinesi parlano «di conseguenza di clima ostile», mentre Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, chiede alla classe dirigente italiana «di trovare lo stesso coraggio dei lavoratori di Mirafiori e dire qualche no a Marchionne».
L'unico a buttare acqua sul fuoco è il presidente degli industriali metalmeccanici torinesi (Amma), Vincenzo Ilotte. «Il punto vero non è il rischio di uno spostamento della sede perché già Marchionne passa più tempo negli Usa che in Italia. Lui si è già in parte spostato e non abbiamo nulla da temere. Che la sede sia Torino o Auburn Hills non cambia nulla. Il vero punto è riuscire a fare modelli in Italia che piacciono e si riescono a vendere».
Lo dicevo che la FIOM c'aveva visto giusto, infatti non sono tardate ad arrivare le voci di un trasloco dal Lingotto anche se temporaneamente smentite anche dall'ad Marchionne. Elkann rassicura Chiamparino: «Se possibile uno anche in Asia». La Fim esagera: «È l'esito del clima ostile». Gli unici a non agitarsi sono stati Roberto Cota, il presidente della Regione, di ritorno da Detroit, e il centrodestra. In serata la città ha tirato un sospiro di sollievo, dopo che Sergio Marchionne ha assicurato che non ci sarà spostamento all'estero, «né per l'oggi né per il domani», delle funzioni direzionali e progettuali.
Il presidente di Fiat John Elkann ha promesso al sindaco, Sergio Chiamparino, che tra 10-15 giorni i vertici del Lingotto incontreranno i rappresentanti delle istituzioni locali. «Il mercato è complicatissimo e pieno di incognite. Mi auguro che ci dicano che Torino ha le condizioni per combattere questa battaglia», ha osservato Chiamparino, che aveva definito «inaccettabile» l'ipotesi di un trasferimento del quartiere generale Fiat.
Al sindaco, Elkann ha spiegato che «ci saranno più centri direzionali: a Torino, a Detroit, in Brasile e se possibile in Asia». Le stesse parole le aveva dette Marchionne al direttore della Repubblica, Ezio Mauro, spiegando che «rimarranno vive le quattro lettere del marchio Fiat». Su Torino aveva fatto una battuta: «Se ha dubbi apra la mia finestra e guardi fuori».
Le rassicurazioni hanno chiuso una giornata di ansia, «Marchionne» aveva dichiarato Cota, «mi ha parlato a lungo e soltanto di cose positive, di aggiungere e non di togliere, di portare nuove cose a Torino, in particolare di come rilanciare lo stabilimento di Mirafiori». Il coordinatore regionale del Pdl, Enzo Ghigo è sicuro che «il progetto Fabbrica Italia è chiaro: Torino resta cuore e cervello dell'azienda».
Gli altri commenti sono, invece, più preoccupati. «Marchionne ed Elkann», afferma dice il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, hanno sempre detto che il cuore del gruppo resterà qui. Sarebbe una novità».
Anche i candidati alle primarie del Pd per la carica di sindaco di Torino, Piero Fassino, Davide Gariglio e Silvio Viale, chiedono chiarimenti alla Fiat. I timori sono forti anche nel mondo economico: «Se davvero Fiat spostasse la sede negli Usa, sarebbe un colpo troppo duro per il territorio», afferma Fabrizio Cellino, presidente dell'Api, il quale ricorda che le pmi dell'indotto «rappresentano qualcosa come 100 mila occupati e che hanno dato in questi anni molto per il mantenimento e la crescita della Fiat».
La Fim e la Cisl torinesi parlano «di conseguenza di clima ostile», mentre Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, chiede alla classe dirigente italiana «di trovare lo stesso coraggio dei lavoratori di Mirafiori e dire qualche no a Marchionne».
L'unico a buttare acqua sul fuoco è il presidente degli industriali metalmeccanici torinesi (Amma), Vincenzo Ilotte. «Il punto vero non è il rischio di uno spostamento della sede perché già Marchionne passa più tempo negli Usa che in Italia. Lui si è già in parte spostato e non abbiamo nulla da temere. Che la sede sia Torino o Auburn Hills non cambia nulla. Il vero punto è riuscire a fare modelli in Italia che piacciono e si riescono a vendere».
lunedì 7 febbraio 2011
C'era un egiziano in treno
C'era un egiziano in treno, non era certo una mummia, anche se avanti con l'età. Aveva sotto braccio una antenna parabolica. Il signore di fronte ci ha socializzato, sono arrivati a parlare dell'economia globale, del fallimento della politica, dei soldi, dei potenti, degli harem.
Mubarak non è nemmeno tra le 10 parole più ricercate sul web.
google news riporta:
Egitto, continua la protesta anti-Mubarak. Obama: avranno governo ...
Adnkronos/IGN - 34 minuti fa
E ha sottolineato come tra i Fratelli Musulmani, il maggior gruppo di opposizione al Cairo bandito dal presidente Hosni Mubarak[]
Egitto, Fratelli musulmani minacciano di lasciare colloqui Reuters Italia
Mubarak non se ne va. E a Piazza Tahir i manifestanti montano le tende Il Sole 24 Ore
Egitto, presidio in piazza Tahrir Obama: è l'ora del cambiamento La Stampa
Mubarak non è nemmeno tra le 10 parole più ricercate sul web.
google news riporta:
Egitto, continua la protesta anti-Mubarak. Obama: avranno governo ...
Adnkronos/IGN - 34 minuti fa
E ha sottolineato come tra i Fratelli Musulmani, il maggior gruppo di opposizione al Cairo bandito dal presidente Hosni Mubarak[]
Egitto, Fratelli musulmani minacciano di lasciare colloqui Reuters Italia
Mubarak non se ne va. E a Piazza Tahir i manifestanti montano le tende Il Sole 24 Ore
Egitto, presidio in piazza Tahrir Obama: è l'ora del cambiamento La Stampa
domenica 6 febbraio 2011
Perla Team
Qualificati alla fase ad eliminazione diretta di mistercalciocup, torneo di fantacalcio del corriere dello sport.
PORTIERI
Giocatore Squadra Costo acq. Valore att.
BERNI Tommaso Lazio 1 1
MUSLERA Nestor Lazio 28 19
PADELLI Daniele Bari 1 1
DIFENSORI
BALZARETTI Federico Palermo 8 8
BURDISSO Nicolas Roma 1 9
CAMPORESE Michele Fiorentina 2 2
CASSETTI Marco Roma 4 4
COMOTTO Gianluca Fiorentina 3 3
LICHTSTEINER Stephan Lazio 9 8
SARDO Gennaro Chievo 2 2
YEPES Mario Milan 6 6
CENTROCAMPISTI
GARGANO Walter Napoli 7 7
GAZZI Alessandro Bari 3 3
GIACOMAZZI Guillermo Lecce 5 6
GUBERTI Stefano Sampdoria 12 12
MARCHIONNI Marco Fiorentina 2 9
MESTO Giandomenico Genoa 16 15
MUDINGAYI Gaby Bologna 5 5
ROSSI Marco Genoa 8 5
ATTACCANTI
BIABIANY Jonathan Ludovic Sampdoria 6 6
DI VAIO Marco Bologna 42 41
ETO'O Samuel Inter 30 44
IBRAHIMOVIC Zlatan Milan 75 50
MOSCARDELLI Davide Chievo 10 10
RUDOLF Gergely Bari 6 7
ALLENATORI
MARINO Pasquale Parma 2 11
ROSSI Delio Palermo 1 16
PORTIERI
Giocatore Squadra Costo acq. Valore att.
BERNI Tommaso Lazio 1 1
MUSLERA Nestor Lazio 28 19
PADELLI Daniele Bari 1 1
DIFENSORI
BALZARETTI Federico Palermo 8 8
BURDISSO Nicolas Roma 1 9
CAMPORESE Michele Fiorentina 2 2
CASSETTI Marco Roma 4 4
COMOTTO Gianluca Fiorentina 3 3
LICHTSTEINER Stephan Lazio 9 8
SARDO Gennaro Chievo 2 2
YEPES Mario Milan 6 6
CENTROCAMPISTI
GARGANO Walter Napoli 7 7
GAZZI Alessandro Bari 3 3
GIACOMAZZI Guillermo Lecce 5 6
GUBERTI Stefano Sampdoria 12 12
MARCHIONNI Marco Fiorentina 2 9
MESTO Giandomenico Genoa 16 15
MUDINGAYI Gaby Bologna 5 5
ROSSI Marco Genoa 8 5
ATTACCANTI
BIABIANY Jonathan Ludovic Sampdoria 6 6
DI VAIO Marco Bologna 42 41
ETO'O Samuel Inter 30 44
IBRAHIMOVIC Zlatan Milan 75 50
MOSCARDELLI Davide Chievo 10 10
RUDOLF Gergely Bari 6 7
ALLENATORI
MARINO Pasquale Parma 2 11
ROSSI Delio Palermo 1 16
sabato 5 febbraio 2011
Atleti del surfing
E' sempre curioso perdersi nei click del web, fissare una pagina di wiki senza capire da dove si era partiti e perché si è giunti lì. Ma andiamo con ordine partendo dalla fine.
1)
Tu sei qui -> http://it.wikipedia.org/wiki/Atleti_di_Cristo
Fondata in Brasile il 4 febbraio 1984 da due calciatori Baltazar Maria de Morais Júnior e João Leite, che si erano incontrati nel 1979 ed avevano organizzato il primo incontro insieme a Jailton e Jânio, altri due calciatori,[3] viene sostenuta economicamente attraverso donazioni volontarie[1] ed è diffusa in cinquantanove paesi.[4] Il movimento si dichiara svincolato da sindacati sportivi e da qualsiasi interesse politico, e si prepone come scopo la diffusione del messaggio evangelico attraverso lo sport.[2] È stata creata anche una rappresentativa calcistica di questa associazione, formata da vari ex calciatori brasiliani, che organizza partite amichevoli in varie parti del Brasile e del mondo.[5][6]
Il 24 marzo 2009 esce il libro che racconta la sua vita e il suo incontro con Gesù. Il libro si intitola Ho fatto una promessa. Nicola ha deciso di intitolare il libro in questo modo perché racconta di un'esperienza avuta da bambino: in una preghiera aveva fatto la promessa dicendo a Dio che, se avesse potuto giocare almeno una partita in Serie A, sarebbe diventato missionario di Cristo nel mondo.
L'anno successivo, nel marzo del 2010 esce il secondo libro del calciatore dal titolo "Cento volte tanto - con la fede vivo meglio", nel quale affronta alcuni temi scottanti legati alla fede - come la castità e temi etici quali l'aborto e l'introduzione della pillola Ru486 - e il suo rapporto con il mondo del calcio e dello star system rispetto ai quali non lesina giudizi negativi: "Mi sono reso conto, in questa mia crescita spirituale, che nel calcio non c’è posto per Dio e soprattutto c’è troppo poco coraggio di uscire allo scoperto e dire cosa si pensa. Fa più comodo essere uguali agli altri, forse per non avere problemi, per non essere presi in giro".
In Italia, il movimento ha raggiunto notorietà dopo la dichiarazione di appartenenza all'associazione di Kaká, l'attaccante del Cagliari Nenè, Felipe Melo, Edinson Cavani,[7] Rubinho e Nicola Legrottaglie (primo italiano ad entrare nel movimento).
2) ah, già. Legrottaglie. Legrottaglie Nicola, quello che qualche anno fa arrivò agli onori della cronoca perché, un po' come Raffaella Fico, disse che non lo dava a nessuna più. Ma come? Un bel biondone come lui? (dissero le fanciulle in coro)
3) ah già, la battuta di Gene sulla gazzetta del primo febbraio.
Prime parole di Legrottaglie al Milan: "Sono qui per redimere Berlusconi".
pubblicata da Il Rompipallone di Gene Gnocchi
(Gene, a me piaci anche quando vai a Zelig e sudi come un cammello... sin dai tempi di Wally)
1)
Tu sei qui -> http://it.wikipedia.org/wiki/Atleti_di_Cristo
Fondata in Brasile il 4 febbraio 1984 da due calciatori Baltazar Maria de Morais Júnior e João Leite, che si erano incontrati nel 1979 ed avevano organizzato il primo incontro insieme a Jailton e Jânio, altri due calciatori,[3] viene sostenuta economicamente attraverso donazioni volontarie[1] ed è diffusa in cinquantanove paesi.[4] Il movimento si dichiara svincolato da sindacati sportivi e da qualsiasi interesse politico, e si prepone come scopo la diffusione del messaggio evangelico attraverso lo sport.[2] È stata creata anche una rappresentativa calcistica di questa associazione, formata da vari ex calciatori brasiliani, che organizza partite amichevoli in varie parti del Brasile e del mondo.[5][6]
Il 24 marzo 2009 esce il libro che racconta la sua vita e il suo incontro con Gesù. Il libro si intitola Ho fatto una promessa. Nicola ha deciso di intitolare il libro in questo modo perché racconta di un'esperienza avuta da bambino: in una preghiera aveva fatto la promessa dicendo a Dio che, se avesse potuto giocare almeno una partita in Serie A, sarebbe diventato missionario di Cristo nel mondo.
L'anno successivo, nel marzo del 2010 esce il secondo libro del calciatore dal titolo "Cento volte tanto - con la fede vivo meglio", nel quale affronta alcuni temi scottanti legati alla fede - come la castità e temi etici quali l'aborto e l'introduzione della pillola Ru486 - e il suo rapporto con il mondo del calcio e dello star system rispetto ai quali non lesina giudizi negativi: "Mi sono reso conto, in questa mia crescita spirituale, che nel calcio non c’è posto per Dio e soprattutto c’è troppo poco coraggio di uscire allo scoperto e dire cosa si pensa. Fa più comodo essere uguali agli altri, forse per non avere problemi, per non essere presi in giro".
In Italia, il movimento ha raggiunto notorietà dopo la dichiarazione di appartenenza all'associazione di Kaká, l'attaccante del Cagliari Nenè, Felipe Melo, Edinson Cavani,[7] Rubinho e Nicola Legrottaglie (primo italiano ad entrare nel movimento).
2) ah, già. Legrottaglie. Legrottaglie Nicola, quello che qualche anno fa arrivò agli onori della cronoca perché, un po' come Raffaella Fico, disse che non lo dava a nessuna più. Ma come? Un bel biondone come lui? (dissero le fanciulle in coro)
3) ah già, la battuta di Gene sulla gazzetta del primo febbraio.
Prime parole di Legrottaglie al Milan: "Sono qui per redimere Berlusconi".
pubblicata da Il Rompipallone di Gene Gnocchi
(Gene, a me piaci anche quando vai a Zelig e sudi come un cammello... sin dai tempi di Wally)
venerdì 4 febbraio 2011
Discorso del Re vs Il Grinta
I campioni delle nomination agli Oscar 2011 sono Il Discorso del Re e Il Grinta, due film che dalle nostre parti sono dati in uscita fra il 28 gennaio e il 18 febbraio, giusto in tempo per farsene un'idea prima della seratona conclusiva del 27 febbraio prossimo.
Molto salomonicamente l'Academy ha mandato in nomination come miglior film dell'anno una decina di titoli fra cui Black Swan, presentato con un discreto successo alla Mostra del Cinema di Venezia, Inception, di Christopher Nolan, Il Discorso del re, che ha infilato il proprio nome, fra gli altri, anche in tre dei premi per gli attori e per la regia, The social network, ispirato biopic sul fondatore di facebook, Il Grinta, remake dei Coen del classico western per eccellenza e, ma ormai non è più una sorpresa, Toy Story 3, che ha un posticino anche fra i migliori film d'animazione (sarebbe dunque strano che da qualche parte non pescasse l'Oscar). A dargli battaglia, nel campo specifico dei cartoni animati, ci sono How to train your dragon e The illusionist, delicata favola che Sylvain Chomet ha tratto da una sceneggiatura di Jacques Tati.
Fra i migliori attori protagonisti spiccano Javier Bardem (protagonista di una pellicola, Biutiful, in corsa come miglior film straniero), Jeff Bridges (nel ruolo che fu di John Wayne), Jesse Eisenberg, Colin Firth e James Franco. Fra le attrici si segnalano Annette Bening, Nicole Kidman, Jennifer Lawrence, Natalie Portman e Michelle Williams.
Miglior regista sarà uno fra Darren Aronofsky, per Black Swan, David O. Russell, per The Fighter, Tom Hooper, per Il discorso del re, David Fincher, per The Social Network e i fratelli Coen, per Il Grinta.
Difficile fare un pronostico. Dieci film in nomination allargano troppo le maglie contro cui tirare una previsione. La messe di nomination raccolta da Il Grinta e Il Discorso Del Re farebbe pensare ad un gioco a due, anche se The Social Network e Inception sono due rivali di prim'ordine (probabile che quest'ultimo riceva qualche premio tecnico e si faccia valere nel campo della sceneggiatura). Le carte però si sparigliano se si guarda anche solo ai risultati dello scorso anno, con l'outsider The Hurt Locker che sconfigge pesantemente il favorito Avatar, lasciandogli le briciole tecniche. La wild card quest'anno potrebbe essere in mano a The Fighter (prodotto da Paramount) e a The Kids Are All Right (prodotto dalla Focus Features).
Queste le principali nomination, comunicate ieri dall'Academy:
Miglior attore protagonista.
Javier Bardem in "Biutiful"
Jeff Bridges in "True Grit"
Jesse Eisenberg in "The Social Network"
Colin Firth in "The King’s Speech"
James Franco in "127 Hours"
Miglior attrice protagonista.
Annette Bening in "The Kids Are All Right"
Nicole Kidman in "Rabbit Hole"
Jennifer Lawrence in "Winter’s Bone"
Natalie Portman in "Black Swan"
Michelle Williams in "Blue Valentine"
Miglior attore non protagonista.
Christian Bale in "The Fighter"
John Hawkes in "Winter’s Bone"
Jeremy Renner in "The Town"
Mark Ruffalo in "The Kids Are All Right"
Geoffrey Rush in "The King’s Speech"
Miglior attrice non protagonista.
Amy Adams in "The Fighter"
Helena Bonham Carter in "The King’s Speech"
Melissa Leo in "The Fighter"
Hailee Steinfeld in "True Grit"
Jacki Weaver in "Animal Kingdom"
Miglior regista.
Darren Aronofsky
David O. Russell
Tom Hooper
David Fincher
Joel Coen and Ethan Coen
Miglior film.
"Black Swan"
"The Fighter"
"Inception"
"The Kids Are All Right"
"The King’s Speech"
"127 Hours"
"The Social Network"
"Toy Story 3"
"True Grit"
"Winter’s Bone"
Miglior film straniero.
"Biutiful", Mexico
"Dogtooth", Greece
"In a Better World", Denmark
"Incendies", Canada
"Outside the Law (Hors-la-loi)", Algeria
Molto salomonicamente l'Academy ha mandato in nomination come miglior film dell'anno una decina di titoli fra cui Black Swan, presentato con un discreto successo alla Mostra del Cinema di Venezia, Inception, di Christopher Nolan, Il Discorso del re, che ha infilato il proprio nome, fra gli altri, anche in tre dei premi per gli attori e per la regia, The social network, ispirato biopic sul fondatore di facebook, Il Grinta, remake dei Coen del classico western per eccellenza e, ma ormai non è più una sorpresa, Toy Story 3, che ha un posticino anche fra i migliori film d'animazione (sarebbe dunque strano che da qualche parte non pescasse l'Oscar). A dargli battaglia, nel campo specifico dei cartoni animati, ci sono How to train your dragon e The illusionist, delicata favola che Sylvain Chomet ha tratto da una sceneggiatura di Jacques Tati.
Fra i migliori attori protagonisti spiccano Javier Bardem (protagonista di una pellicola, Biutiful, in corsa come miglior film straniero), Jeff Bridges (nel ruolo che fu di John Wayne), Jesse Eisenberg, Colin Firth e James Franco. Fra le attrici si segnalano Annette Bening, Nicole Kidman, Jennifer Lawrence, Natalie Portman e Michelle Williams.
Miglior regista sarà uno fra Darren Aronofsky, per Black Swan, David O. Russell, per The Fighter, Tom Hooper, per Il discorso del re, David Fincher, per The Social Network e i fratelli Coen, per Il Grinta.
Difficile fare un pronostico. Dieci film in nomination allargano troppo le maglie contro cui tirare una previsione. La messe di nomination raccolta da Il Grinta e Il Discorso Del Re farebbe pensare ad un gioco a due, anche se The Social Network e Inception sono due rivali di prim'ordine (probabile che quest'ultimo riceva qualche premio tecnico e si faccia valere nel campo della sceneggiatura). Le carte però si sparigliano se si guarda anche solo ai risultati dello scorso anno, con l'outsider The Hurt Locker che sconfigge pesantemente il favorito Avatar, lasciandogli le briciole tecniche. La wild card quest'anno potrebbe essere in mano a The Fighter (prodotto da Paramount) e a The Kids Are All Right (prodotto dalla Focus Features).
Queste le principali nomination, comunicate ieri dall'Academy:
Miglior attore protagonista.
Javier Bardem in "Biutiful"
Jeff Bridges in "True Grit"
Jesse Eisenberg in "The Social Network"
Colin Firth in "The King’s Speech"
James Franco in "127 Hours"
Miglior attrice protagonista.
Annette Bening in "The Kids Are All Right"
Nicole Kidman in "Rabbit Hole"
Jennifer Lawrence in "Winter’s Bone"
Natalie Portman in "Black Swan"
Michelle Williams in "Blue Valentine"
Miglior attore non protagonista.
Christian Bale in "The Fighter"
John Hawkes in "Winter’s Bone"
Jeremy Renner in "The Town"
Mark Ruffalo in "The Kids Are All Right"
Geoffrey Rush in "The King’s Speech"
Miglior attrice non protagonista.
Amy Adams in "The Fighter"
Helena Bonham Carter in "The King’s Speech"
Melissa Leo in "The Fighter"
Hailee Steinfeld in "True Grit"
Jacki Weaver in "Animal Kingdom"
Miglior regista.
Darren Aronofsky
David O. Russell
Tom Hooper
David Fincher
Joel Coen and Ethan Coen
Miglior film.
"Black Swan"
"The Fighter"
"Inception"
"The Kids Are All Right"
"The King’s Speech"
"127 Hours"
"The Social Network"
"Toy Story 3"
"True Grit"
"Winter’s Bone"
Miglior film straniero.
"Biutiful", Mexico
"Dogtooth", Greece
"In a Better World", Denmark
"Incendies", Canada
"Outside the Law (Hors-la-loi)", Algeria
giovedì 3 febbraio 2011
Veramente un bel regalo! Tratti & ritratti. I grandi personaggi del fumetto da Alan Ford a Zagor
"Tratti & ritratti" è un personale dizionario dei personaggi del fumetto, a cura del più famoso esperto italiano di comics e cartoons. Luca Raffaelli firma settantotto ritratti dei più amati eroi di carta, con un'esposizione agile e sintetica capace di legare in una visione d'insieme tanto gli aspetti tecnici del disegno quanto quelli letterari della sceneggiatura e dei dialoghi. Un discorso estetico nel senso più completo del termine - cioè filosofico prima ancora che artistico - che ci permette di capire come dietro Batman e Superman, Dylan Dog e Tex, Kriminal e Diabolik, Corto Maltese e Valentina si nasconda un'umanità sorprendentemente "tridimensionale", fatta di sogni, paure, desideri e nevrosi, modelli di comportamento e visioni del mondo che rimandano a quelli dei loro creatori ma anche, ne siamo consapevoli o meno, a quelli di noi lettori. Che si tratti di criminali incalliti o integerrimi detective, omini blu o paperi gialli, eroine intrepide o smidollatissimi antieroi, le storie che questi personaggi vivono sulle loro pagine di carta non smettono mai di raccontarci molte cose di noi stessi, forse più di quanto a volte siamo disposti ad ammettere.
mercoledì 2 febbraio 2011
Lista dei desideri aggiornata -> Le anime disegnate. Il pensiero nei cartoon da Disney ai giapponesi e oltre
Il saggio spiega i misteri, le leggende e le verità sui cartoni animati più popolari, quelli che entrano in tutte le case d'Italia. Come si fanno e che senso hanno i film di Walt Disney, quelli di Braccio di Ferro, Bugs Bunny e Silvestro, e poi Braccobaldo, i Simpson, South Park, fino ad arrivare ai giapponesi. Edito già nel 1994 (e oggi rivisto, completato, aggiornato), è da tempo ricercato e introvabile dopo tre edizioni Castelvecchi e alcune edizioni internazionali. Luca Raffaelli è il massimo esperto italiano di fumetti e cartoni animati. È sceneggiatore (Johan Padan di Dario Fo) e direttore artistico di festival internazionali del fumetto. Collaboratore di Repubblica, è il curatore della serie "Classici del fumetto".
martedì 1 febbraio 2011
5.500 € vs 20 cent.
Io al massimo lascio 20 centesimi sul bancone del bar. A fronte di un buon caffé.
Invece a Londra, la pantera nera delle passerelle Naomi Campbell cambia tattica. Prima decisamente incline alle risse ora sembrerebbe incline alla ‘beneficenza’. Dopo una lunga serata di champagne e vodka in compagnia di Cameron Diaz, Naomi Campbell - evidentemente di buon umore - ha lasciato alla cameriera un mancia di 5.500 euro, lasciandola senza parole.
Invece a Londra, la pantera nera delle passerelle Naomi Campbell cambia tattica. Prima decisamente incline alle risse ora sembrerebbe incline alla ‘beneficenza’. Dopo una lunga serata di champagne e vodka in compagnia di Cameron Diaz, Naomi Campbell - evidentemente di buon umore - ha lasciato alla cameriera un mancia di 5.500 euro, lasciandola senza parole.
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