Tom Hanks e i cartoon il cinema di domani
tra Bollywood e Web L’attore produce la serie “Electric City”
La serie è composta di venti puntate da tre minuti, per Internet, cellulari e iPad
di ANGELO AQUARO da
NEW YORK
Come sarà il futuro?
Chiedetelo a Tom
Hanks. Il divo che interpretò
sul grande
schermo il comandante dell'Apollo
13 torna in orbita con
un'avventura destinata a cambiare
forse per sempre i confini
di Hollywood. La risposta è tutta
in un cartoon di tre minuti
che correrà sul web: una miniserie
ambientata appunto nel
futuro con cui l'ex soldato Ryan
ha deciso di muovere guerra all'establishment
di Los Angeles.
Con un alleato venuto da lontano:
gli indiani della Reliance
che già erano arrivati in soccorso
di un mostro sacro del cinema
come Steven Spielberg.
La nuova avventura di Hanks
si chiama Electric City e sarà
lanciata l'anno prossimo. Ma
non si tratterà né di un film né di
una serie tv in senso classico.
Futuristica in tutto: i protagonisti
della serie saranno dei pupazzi
e il mezzo di distribuzione
la rete. Ovviamente con tutto
quel che segue: perché l'attore e
regista pensa di poter allargarsi
presto ai telefonini e all'iPad e a
trasformare la serie in una sorta
di gioco sociale e interattivo.
Ma la novità del mezzo si sposa
con la sostanza del soggetto:
la vita prossima ventura. L'ex
Forrest Gump aveva dapprima
immaginato la serie come uno
sguardo sul futuro: con un'impronta
però più ottimistica di
quella letteratura “distopica”
che piace tanto ai ragazzini e disegna
tutto angosciosamente
nero. A poco a poco l'idea si è
raffinata e il divo che è famoso
anche per il suo impegno ha finito
per partorire queste venti
minipuntate ambientate nel
futuro: ma con i piedi nel presente.
Ogni microepisodio risponde
infatti con un piccolo
racconto di fiction ai grandi temi
del momento: dal consumo
di energia alla libertà di informazione.
I suoi modelli? Ovviamente
il primo “Star Trek” - la
serie televisiva originale degli
anni 60. E poi il primo amore di
Tom Hanks lettore: i racconti di
fantascienza del grande Robert
A. Heinlein che qui sono stati un
classico della letteratura di consumo.
Naturalmente il futuro non
sempre è roseo come l'ottimista
Tom lo immagina. Se ne è
accorto lui stesso alle prese con
Electric City: e non per niente ci
ha messo sei anni per realizzare
il progetto. Le grandi major hollywodiane
prima gli hanno spalancato
la porta: ragazzi, questo
è Tom Hanks, il divo del Codice
Da Vinci, l'attore e regista che
l'anno venturo tornerà al cinema
con Julia Roberts in quel
Larry Crown, commedia sul lavoro
e sulla crisi. Ma quando gli
executives hanno sentito di
quel progetto un po' strano, i
minifilm, i pupazzi, la fantascienza,
piani piano gli hanno
voltato le spalle: il progetto
sembrava troppo futurista.
Tom il testardo non s'è perso
d'animo e s'è ricordato del suo
amico Spielberg: che proprio
l'anno scorso ha concluso quell'affare
miliardario tra la sua
DreamWorks e gli indiani di Reliance
Big Entertainment che
da Bollywood si stanno allargando
a Hollywood (c'era anche
chi vedeva la loro manina
dietro il tentativo di salvataggio
della gloriosa ma indebitatissima
Metro Goldwyn Mayer). “E
quelli subito sono sembrati
d'accordo” ricorda Hanks al
New York Times. Con un'argomentazione
che la dice lunga su
come cambierà il mercato di
Hollwood: “Guardate, nella sola
India ci sono 700 milioni di
persone che parlano inglese e
che sono già abituate a guardarsi
questi mini-show che vanno
sui telefonini”. Come dire: il futuro,
da noi, è già cominciato.
Per di più gli indiani posseggono
già una struttura specializzata
come Zapak: una delle
compagnie più note al mondo
di videogiochi. Il partner perfetto
per giocare a cambiare il
futuro.
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