Molto meglio l'ora di lezione di tennis.
Per un momento avevo pensato di essere uno sportivo anomalo, perché mentre il paese era davanti alla tv a godersi in poltrona Italia Serbia (valida per le qualificazioni ad Euro 2012) io dopo una giornata di lavoro spossante (molto rare le giornate così ultimamente) ho deciso serenamente di farmi la mia oretta di tennis del martedì.
Intanto nelle case davanti alla tv, ma soprattutto allo stadio Marassi di Genova si svolgeva una serata di pura follia. Mai in Italia, riferisce clandestinoweb, avevamo assitito ad una cosa del genere. Una partita di calcio che ancor prima di inziare diventa una bolgia sugli spalti, con vetri spaccati, panchine divelte, petardi a raffiche, fumogeni che volano da ogni parte. E il resto dello stadio che osserva incredulo.
E ancor prima, gli stessi tifosi serbi che invadono Genova causando danni edando vita a scaramucce con la polizia che deve intervenire a piu' riprese. Poi quel centinaio di tifosi serbi che viene fatto rientra nello stadio, ma ancor prima un gruppetto di teppisti serbi che riesce a salire sul pulman dei giocatori serbi gettando dei petardi con il portireStoikovic colpito.
Le forze dell'ordine per tutta la giornata hanno eseguito diversi fermi di tifosi della Serbia mentre entravano allo stadio. Almeno tre supporter, visibilmente ubriachi, sono stati fermati subito oltre i cancelli e messi sotto sorveglianza.
Un'ora prima della gara, i carabinieri hanno fermato un serbo per violenza e resistenza. In via Venti Settembre, nel cuore della citta', lo scalmanato ha lanciato tondini di ferro contro i militari di un battaglione schierato per mantenere l'ordine pubblico. Quando e' stato avvicinato dai militari ha cercato di aggredirli e colpirli. Una volta nello stadio, nello spicchio destinato ai tifosi serbi, inzia una durissima contestazione contro la squadra serba, colpevole secondo loro di aver perso in casa la partita precedente con l'Estonia.
I serbi intanto, tra urla e cori di rabbia, cominciano a demolire scientificamente lo stadio Marssi. Vengono divelte panche, spaccati i vetri che separano la curva dalla tribuna. Un teppista coiperto da passamontagna, completamente coperto da tatuaggi, riesce a salire sui vetri divisori e con una cesoia inizia a tagliare la rete di protezione che impedisce il lancio degli oggetti e dei petardi e fumogeni. Nonostante la situazione incandescente, la UEFA cerca di far giocare la partita. La Questura mobilita tutte le forze che affluiscono a Marassi acceechiando lo stadio, entrando in campo per piazzarsi davanti alla tribuna e sugli spalti intorno.
Si cerca di creare un cordone sanitario cercando di isolare i facinoroisi dal resto dello stadio. Dopo 40 minuti finalemnte le squadre entrano in campo. Lo stadio diventa una bolgia. Anche i tifosi italiani cominciano a scandire slogan contro i teppisti serbi. Gli Inni vengono sonoramente fischiati. Dalla zona dei ultras slogan e saluti nazisti. Il minuto di silenzioo 4 alpini caduti in Afghanistan vola via tra applausi e dura pochi secondi. La partita inzia, si gioca solo 7 minuti.
Il tempo per una ammonizione ad un giocatore serbo e per una clamoroso rigore negato a Pazzini. Poi i fumogeni sommergevano Viviano, il portiere azzurro, che doveva stazionare proprio sotto il settore dei serbi e finalmente l'arbitro chiama i giocatori e li rimanda negli spogliatoi.
Iniziava poi un balletto ridicolo tra i responsabili della UEFA per decidere il da farsi. Il delegato serbo cercava di far di tutto far giocare la partita temendo le durissime sanzioni della UEFA alla Serbia, con la partita persa a tavolino.
Fortunatamente l'arbitro inglese decideva di sospendere la partita, mentre già la gente, le famiglie, i tanti ragazzi delle scuole cominciavano a sfollare. Si attendeva ancora 40 minuti prima che la Uefa si decidesse alla comunicazione ufficiale.
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