domenica 12 settembre 2010
totò che visse e la censura morì
rapidi sbuffi di treni in salita. sono sveglio da poco, e come spesso succede una frase, di una canzone, mi rimbomba in mente. oggi è Max Gazzè a farla da padrone. Ibra ieri ha sbagliato un rigore, Antonioli quindi dovrebbe avere un +3 ed Eto'o('o?) a pure segnato. Il Fantacalcio comincia decisamente bene. Ieri a Venezia ha vinto Sofia Coppola vestita malissimo, Vincent Gallo che non c'era, ed essenzialmente Essential Killing. Ho visto la cerimonia, molto formale, su rai4 e poi via sul web ad approfondire i lati oscuri. Quindi a nanna con le finestre di ie aperte. Oggi continuo e leggo di Ciprì e Maresco che con "Totò che visse due volte" inguaiarono la censura italiana che dapprima li bollò come film vietato a tutti. Ma, come racconta Lietta Tornabuoni da "La Stampa" nei suoi primi tre giorni di programmazione, in diciannove piccoli cinema nelle diverse città italiane, Totò che visse due volte di Daniele Ciprì e Franco Maresco ha avuto appena 6422 spettatori, ha incassato appena 68 milioni. Poco, molto poco. Fantastico: il film simboleggia dunque ben due mutamenti nel costume italiano. Da una parte ha accelerato nel Paese la fine della censura per gli adulti: il fatto che fosse stato totalmente bocciato ed escluso per tutti da una prima commissione di censura e le conseguenti proteste, hanno certo contribuito alla approvazione da parte del Consiglio dei ministri d'un disegno di legge da sottoporsi al Parlamento che impedisce alla censura di vietare, bandire e sottrarre al pubblico qualsiasi film, che limita i poteri dei censori ai divieti per i minorenni.
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La cosa grave è che si crei un caso per cambiare una legge troppo datata
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